Le Verità, esordio alla regia cinematografica per Giuseppe Alessio Nuzzo, accompagnato da un cast ricco di stelle della TV italiana.
Le Verità è l’opera prima del giovane Giuseppe Alessio Nuzzo, classe 1989, che ha riunito una crew di under 35 e una folta schiera di volti noti del piccolo e grande schermo italiano (i protagonisti Francesco Montanari, Nicoletta Romanoff, Fabrizio Nevola, Anna Safroncik, Luigi Diberti, Massimo Poggio, Yuri Napoli, Renato Scarpa, Sergio Solli, Nello Mascia e le special guests Maria Grazia Cucinotta, Lino Guanciale, Rosaria De Cicco, Salvatore Misticone, Roberta Scardola e Marco Ligabue) per orchestrare questo thriller psicologico realizzato grazie al finanziamento del Film4Young del Social World Film Festival, un progetto per i giovani patrocinato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri e dal Dipartimento della Gioventù e del SCN.
Nella Napoli malinconica e crepuscolare lontana dai paesaggi da cartolina, il giovane imprenditore Gabriele Manetti fa ritorno dopo un lungo viaggio in India, dove ha firmato un vantaggioso contratto per l’azienda di famiglia gestita da suo padre e dove lavora anche Michela, la sua fidanzata. Ma al suo ritorno non solo Gabriele è funestato da una serie di visioni, degli squarci sul futuro che gli impediscono di riannodare i fili dei legami con le persone che lo circondano, ma comincia anche a sospettare che, nel futuro prossimo, potrebbe essere proprio lui la vittima di una di quelle visioni, se non troverà in tempo un modo per alterare il flusso degli eventi.
Nonostante le premesse di partenza, l’entusiasmo e l’impegno dimostrato da Nuzzo nel creare ex-novo un progetto che ha per protagonisti – almeno dietro la macchina da presa – esclusivamente dei giovani, Le Verità non riesce a convincere fino in fondo, relegando lo spettatore nel limbo confuso del genere che però commette un errore, compiendo il passo più lungo della gamba e mescolando in modo del tutto caotico le carte in tavola e le premesse di partenza. Il thriller psicologico perde i propri, definiti, contorni stilistici ed estetici da genere (appunto); Nuzzo prova a plasmare la materia cara a Lynch della realtà che si trasforma in incubo e dell’incubo che, lentamente, pervade la quotidianità disturbandola ma il risultato finale, più che somigliare ad un perturbante freudiano, ha il volto smarrito dei vari interpreti, visibilmente privi di un obiettivo sia dal punto di vista dei loro personaggi che dal punto di vista strettamente attoriale.
Nuzzo dimostra un feeling e un’attrazione verso i generi e la pop culture che di sicuro lo hanno ispirato, ma Le Verità non riesce a cristallizzarsi in una forma specifica, “rubacchiando” piuttosto ispirazioni e citazioni dalla commedia all’italiana (il film con Sordi Sono un Fenomeno Paranormale), dal mondo televisivo (il recente esperimento RAI de La Porta Rossa) fino al grande cinema hollywoodiano e psicologico targato Christopher Nolan: ma più che Inception, il film di Nuzzo sembra una confusa bozza alla spasmodica ricerca dell’aspetto definitivo, mentre rincorre obiettivi fragili o inesistenti che si perdono nel caotico labirinto della sceneggiatura scritta dal regista stesso insieme a Toni Trupia e Daniele Pace oppure mentre è coinvolto nel complesso processo mimetico, per riprodurre l’effetto provocato dalle visioni di Gabriele, ricorrendo ai soliti effetti visivi.
Commento Finale - 55%
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Giuseppe Alessio Nuzzo dimostra un feeling e un’attrazione verso i generi e la pop culture che di sicuro lo hanno ispirato, ma Le Verità non riesce a cristallizzarsi in una forma specifica, “rubacchiando” piuttosto ispirazioni e citazioni dalla commedia all’italiana, dal mondo televisivo (come il recente esperimento RAI de La Porta Rossa) fino al grande cinema hollywoodiano e psicologico targato Christopher Nolan.