Un inedito Toni Servillo in veste di comédien è protagonista di Lasciati andare, commedia raffinata, sorprendente e godibile capace di regalare risate a non finire senza scadere mai in cliché e volgarità.
Alla sua prima, effettiva prova con una commedia a tutti gli effetti, Toni Servillo, look alla Freud e tempi comici perfetti, in Lasciati Andare è Elia un’analista che ha perso la voglia di sorprendersi, assaporare la vita. Ristagna sulla sua poltrona, impigrito, e convinto che nella vita non si possa cambiare, passando questo pessimismo anche ai suoi pazienti. Sarà lo scettico incontro con Claudia (Veronica Echegui) una personal trainer vivace, sbarazzina e fragile, a costringere Elia ad approcciarsi al mondo in modo diverso e a fare i conti con se stesso e con una vita che va presa meno alla lettera e con più leggerezza.
Ambientato nella concreta realtà romana e in particolare nel quartiere ebraico, dove le dicotomie socioculturali sono integrate in una commistione inedita, tra sacro e profano, ricchezza e povertà e dove si possono cogliere gli esempi più significativi di un mondo sempre più nevrotico e disarmonico, Lasciati andare è una pellicola fresca, originale e che prende la vita con leggerezza, cercando di affrontare le difficoltà quotidiane, nelle quali chiunque può rispecchiarsi, attraverso un modus operandi molto più scanzonato.
Con un approccio quasi dissacrante, Francesco Amato, coadiuvato da Francesco Bruni e Davide Lantieri, delinea personaggi con tratti e atteggiamenti peculiari che subito ne identificano il carattere: abbiamo l’ipocondriaco insicuro e ansioso, il calciatore cafone e irriverente che però nasconde un sentimento segreto, la signora del condominio con le sue problematiche sugli ascensori o gli amici borghesi e altezzosi con il loro ribrezzo per il volgo. Insomma nei loro piccoli ruoli tutti contribuiscono ad arricchire un impianto narrativo di notevole complessità corale. Toni Servillo esce dal ruolo austero nel quale il cinema italiano da sempre lo ha “relegato” per abbracciare, per la prima volta, una parte puramente comica, sorprendendo grazie ad una spontaneità che conquista. Meravigliosi, poi, risultano, Carla Signoris e Luca Marinelli. Ma a colpire, sin dalle prime battute, è la giovane spagnola Veronica Echegui che conquista e travolge, portando lo spettatore nella sua rete di guai un po’ fanciulleschi.
Commedia a tutto tondo, divertissement senza pretese, Lasciati andare funziona dall’inizio alla fine grazie ad una sceneggiatura solidissima, sferzante nei dialoghi e curata in ogni aspetto. Mostrando un profondo coraggio, Amato riesce a sviluppare una commedia raffinata che fin dai primi minuti convince, fa ridere a crepapelle senza mai scadere in cliché e volgarità. Godibile.
Commento finale - 70%
70%
Lasciati andare
Alla sua prima, effettiva prova con una commedia a tutti gli effetti, Toni Servillo, look alla Freud e tempi comici perfetti, in Lasciati Andare è Elia un’analista che ha perso la voglia di sorprendersi, assaporare la vita. Sarà lo scettico incontro con Claudia (Veronica Echegui) una personal trainer vivace, sbarazzina e fragile, a costringere Elia ad approcciarsi al mondo in modo diverso e a fare i conti con se stesso e con una vita che va presa meno alla lettera e con più leggerezza. Commedia a tutto tondo, divertissement senza pretese, Lasciati andare funziona dall’inizio alla fine grazie ad una sceneggiatura solidissima, sferzante nei dialoghi e curata in ogni aspetto. Mostrando un profondo coraggio, Amato riesce a sviluppare una commedia raffinata che fin dai primi minuti convince, fa ridere a crepapelle senza mai scadere in cliché e volgarità. Godibile.