Dieci anni dopo Tutte le donne della mia vita, Simona Izzo torna dietro la macchina da presa con Lasciami per sempre, commedia grottesca e corale che parla di famiglia allargata e di sentimenti.
La famiglia, centro nevrotico con cui ognuno di noi è costretto a confrontarsi, un approdo sicuro dove potersi rifugiare, ma anche luogo esasperante da cui voler scappare, è la protagonista dell’undicesimo film da regista di Simona Izzo, che torna dietro la macchina da presa esattamente dieci anni dopo Tutte le donne della mia vita. Lasciami per sempre si dipana a partire da un contesto apparentemente rassicurante: la festa di compleanno di Lorenzo (Andrea Bellisario) che compie 20 anni, pretesto per riunire una famiglia cosiddetta allargata dinanzi ad una torta di compleanno con candeline. Presto però la festa diviene una tragicommedia in quanto la famiglia di Viola (Barbora Bobulova) è una comunità sgangherata tra figli depressi e malati di disturbi alimentari e genitori separati ed eternamente indecisi in amore.
Lasciami per sempre si apre con i titoli di testa che ricordano un videoclip anni ’90, con onde che si infrangono in dissolvenza su una donna che armeggia con alambicchi e fiori, per poi arrivare ad una scena quasi da pomeriggio televisivo in cui marito e moglie si urlano insulti (con un doppiaggio assurdo) su una barca a vela, si odiano, si amano, si abbracciano e di colpo le urla di risentimento diventano di preoccupazione perché, soli in mezzo al mare, non trovano più il figlio. Lo cercano e si disperano fino a scoprire che era in alto, su un albero della barca, anche lui pronto ad urlargli contro parole di odio.
Commedia corale che non riesce a trovare il suo senso, Lasciami per sempre si lascia sopraffare da troppi contenuti: posti male e sviluppati peggio. Una frenesia e frammentazione scenica che danno adito a un mix letale che viene annacquato solo da sentimentalismo che finisce, non solo per non coinvolgere emotivamente nessuno, ma addirittura, per spegnere la sceneggiatura, già parecchio scarna.
Eccedendo nei toni, nei “colori”, nel linguaggio Lasciami per sempre dipinge personaggi urlanti che finiscono per sembrarci orrendi, che non riusciamo a guardare con tenerezza e ai quali facciamo difficoltà a sentirci vicini. La struttura lenta e logorante, poi, fa il resto.
Commento Finale - 45%
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Lasciami per sempre
La famiglia, centro nevrotico con cui ognuno di noi è costretto a confrontarsi, un approdo sicuro dove potersi rifugiare, ma anche luogo esasperante da cui voler scappare, è la protagonista dell'undicesimo film da regista di Simona Izzo, che torna dietro la macchina da presa esattamente dieci anni dopo Tutte le donne della mia vita. Commedia corale che non riesce a trovare il suo senso, Lasciami per sempre si lascia sopraffare da troppi contenuti: posti male e sviluppati peggio. Una frenesia e frammentazione scenica che danno adito a un mix letale che viene annacquato solo da sentimentalismo che finisce, non solo per non coinvolgere emotivamente nessuno, ma addirittura, per spegnere la sceneggiatura, già parecchio scarna.