Kong: Skull Island: il mito cinematografico di King Kong rivive nel massiccio action-adventure diretto da Jordan Charles Vogt-Roberts
Grazie alle prime tecnologie satellitari americane utilizzate nel 1973, l’agenzia segreta nota come Monarch scopre l’esistenza di un’isola non ancora sconosciuta e inesplorata. Su richiesta di William “Bill” Randa (John Goodman) viene inviata una spedizione di ricerca composta dal reporter Mason Weaver (Brie Larson), il cacciatore James Conrad (Tom Hiddleston), vari ricercatori e un gruppo di soldati capitanati da Preston Packard (Samuel L. Jackson). Giunto sull’isola il gruppo viene però attaccato da un gigantesco gorilla alto circa 30 metri noto come Kong. Divisi e bloccati sull’isola, i superstiti dovranno riuscire a sopravvivere e trovare un modo per fuggire. Kong però non è il loro unico e vero problema, altre creature più minacciose, antiche e letali strisciano nel sottosuolo.
Con una sola e unica pellicola di successo all’attivo, The Kings of Summer (2013) ancora inedito in Italia, e alcune regie sparse per alcuni episodi di serie televisive, spetta al quasi sconosciuto Jordan Vogt-Roberts, il grave compito di dirigere e riportare al cinema il mito di King Kong. Una scommessa vinta grazie alla realizzazione di una pellicola dal testosterone altissimo, sostenuta da una sceneggiatura semplice quanto funzionale, un cast di stelle produttivamente azzeccato e un protagonista cazzutissimo e ignorante mai così gigantesco e cafone. Un reboot muscolare del franchise, inserito nel nuovo universo dei mostri voluto fortemente dalla Legendary Pictures in collaborazione con Warner Bros., e che vedrà lo stesso scontrarsi con Godzilla in un crossover atteso al cinema per il 2020.
E’ quasi inutile affermare che, a discapito di un cast stellare capitanato da due degli attori del momento, il vero protagonista di “Kong: Skull Island” sia ovviamente Kong, mai come oggi veramente imponente e bestiale ma anche così teneramente romantico. Un eroe cinematografico atipico nel suo essere tanto distruttivo quanto completamente benevolo nell’utilizzo della sua forza e irascibilità. Contrariamente ai suoi predecessori, questa volta Kong non ha paura di mostrarsi e fin dalle prime scene, è il protagonista indiscusso di un kaijū eiga all’americana che strizza l’occhio continuamente allo storico periodo di successo di questi b-movie.
Come per il recente Godzilla di Gareth Edwards, è stato scelto intelligentemente di calcare la mano sulla maestosità, grandezza e potenza del mostro protagonista, puntare quasi unicamente sul suo carisma per raggiungere il consenso del pubblico. Contrariamente alla catastrofica pellicola di Edwards però in “Kong: Skull Island“, non ci si prende mai troppo sul serio, spassoso il personaggio di Hank Marlow (John C. Reilly), scelta che regala alla pellicola il giusto climax per godersi un’avventura cinematografica realizzata con i budget imponenti di oggi ma pensata con la semplicità di ieri.
Commento Finale - 75%
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Kong: Skull Island
Il mito cinematografico di King Kong rivive nel massiccio action-adventure diretto da Jordan Charles Vogt-Roberts. A discapito di un cast stellare capitanato da due degli attori del momento, il vero protagonista è ovviamente Kong, mai come oggi veramente imponente e bestiale ma anche così teneramente romantico. Un kaijū eiga all'americana che strizza l'occhio continuamente allo storico periodo di successo di questi b-movie. n "Kong: Skull Island", non ci si prende mai troppo sul serio, spassoso il personaggio di Hank Marlow. È l'inizio di qualcosa si Gigantesco...Restate in sala fino alla fine dei titoli di coda. I mostri Esistono.