Report della conferenza stampa di Io è Morto di Alberto De Venezia. Presenti anche gli attori Valeria Nardilli e Carlo Mucari, oltre al montatore Andrea D’Emilio.
Alberto De Venezia ha presentato a Roma il suo lungometraggio di debutto Io è Morto in pieno agosto, trovando comunque la maniera di riunire metà della troupe e convincerne una minima parte a presenziare alla conferenza. La pellicola (qui la recensione) tratta, in tre parole, la montante paranoia di una ragazza convinta che il neo-marito la tradisca con sua madre: molto thriller, molta inquietudine, una gran voglia di mettersi in mostra attraverso un racconto psicologico derivativo ma ambizioso. Inutile dire che un film del genere (girato in 12 giorni!) non ha avuto vita facile in fase post. “Il tema è la gelosia e l’ossessione, e ciò a cui possono condurre nella mente dei protagonisti“, spiega l’autore a proiezione conclusa. “Nasce tutto dal mio amore per Bergman e Lynch, da cui ho attinto per diversi riferimenti, da Mulholland Drive a Persona“. Fanno eco gli attori Valeria Nardilli e Carlo Mucari: “Il film scava nei labirinti di una mente distrutta dalla gelosia. I personaggi sono ambigui, e complicati da rendere. Il pubblico li vede attraverso gli occhi della protagonista, diversi da come sono in realtà“.
Importante l’apporto del montatore Andrea D’Emilio, autore di una lunga sequenza di puro virtuosismo sul finale. “Io è Morto è un film onirico prima che narrativo“, racconta. “Abbiamo potuto sfruttare varie soluzioni stilistiche originali. Il finale in particolare mi ha permesso di immettere una profonda partecipazione nel risultato conclusivo: il film è stato girato in poco e in ristrettezza di mezzi, ma la post-produzione ci ha coinvolto a lungo. Le idee continuavano a venir fuori, il film mutava mano a mano che lo montavamo“.
De Venezia ha concluso con due parole sulla lunga avventura distributiva di Io è Morto: “Ai giovani oggi non sono concessi budget né tempo, che vanno ovviamente alle grandi produzioni. Ma il lavoro di un regista alla fine è proprio quello di saper gestire simili restrizioni. I problemi sono venuti dopo. In molti si erano impegnati a distribuire il film salvo poi tirarsi indietro. Alla fine abbiamo risalto in via indipendente, mettendo insieme una startup attraverso privati e freelance. Finalmente il 31 usciamo. E nei prossimi mesi proseguiremo“.