Due talenti del cinema italiano, Luca Marinelli e Isabella Ragonese sono Paolo e Mia nel film di Fabio Mollo Il padre d’Italia, on the road che attraversa l’Italia esplorando il futuro delle giovani generazioni con un punto di vista molto intimo.
A quattro anni di distanza da Il sud è niente, Fabio Mollo torna dietro la macchina da presa con Il padre d’Italia, un anomalo road-movie con protagonisti due ragazzi che non sanno più che fare della propria vita: lui è devastato da una storia d’amore finita male, lei un’eterna adolescente che non vuole prendersi responsabilità. Paolo (Luca Marinelli) è un trentenne solitario dal passato e dal presente doloroso e Mia (Isabella Ragonese), una ragazza incinta estroversa e problematica. I due s’incontrano una notte e iniziano un viaggio insieme, un viaggio verso il sud che cambierà entrambi.
Essere genitore fa parte della natura umana: la continuazione della specie, il patto di un amore, la voglia di amare. E non esserlo? Allora, cos’è naturale e cosa è contro natura? Una donna che non vuole figli? Un omosessuale che vorrebbe essere padre? Esiste una natura diversa per gli omosessuali e gli eterosessuali? Cos’è l’istinto materno ed esiste un istinto paterno? Queste e tante altre domande in Il padre d’Italia, pellicola che, attraverso un viaggio da Torino a Reggio Calabria, passando per Roma e Napoli, racconta l’esistenza di due giovani in balia di un futuro precario com’è in fondo quello di tutto il Paese. Con un’Italia che scorre veloce fuori dal finestrino e un’altra che deve ancora nascere, nel grembo della giovane Mia.
La telecamera segue Mia e Paolo quasi in modo documentaristico, è come se il vero tema del film fossero le loro vite, ed è proprio questa la mossa vincente: mostrare due personaggi totalmente fuori dalla logica dell’omologazione, che riescono a conferire alla storia una verità che in Italia negli ultimi anni raramente abbiamo potuto apprezzare nella sua purezza. E la bellezza nasce proprio dal loro incontro, dai pochi attimi di sincerità dei due protagonisti, cristallizzati da qualsiasi sconfinamento di retorica e citazionismo. Il regista Fabio Mollo è bravo nel descrivere, con una regia scrupolosa, la generazione dei precari non solo sotto l’aspetto economico. Lo fa anche grazie ad una colonna sonora elettro-pop con incursioni di brani anni ’80, dalla Bertè agli Smiths, facilmente riconoscibili. I protagonisti interpretati da Luca Marinelli e Isabella Ragonese sono scritti in maniera complementare per esprimere questo disagio condiviso. Lui che non ha mia avuto una famiglia, lei che l’ha avuta in maniera opprimente.
Ponendo delle questioni che vanno oltre alla sessualità ma che indagano cosa vuol dire essere genitori ed i limiti che ci si auto impone per non affrontare lo scoglio, Il padre d’Italia è un film pieno di amore, bellezza e paure. Una storia che mette in campo sentimenti contrastanti, traumi infantili, grandi solitudini. Paolo e Mia si riconoscono come animali, e corrono insieme per un pezzo di vita, forse più per trovare se stessi che l’Amore. “I miracoli sono per loro definizione contro natura” dice Paolo, ma sono quelli che cambiano la vita.
Commento finale - 70%
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Il padre d'Italia
A quattro anni di distanza da Il sud è niente, Fabio Mollo torna dietro la macchina da presa con Il padre d'Italia, on the road che attraversa l'Italia esplorando il futuro delle giovani generazioni con un punto di vista molto intimo. Ponendo delle questioni che vanno oltre alla sessualità ma che indagano cosa vuol dire essere genitori ed i limiti che ci si auto impone per non affrontare lo scoglio, Il padre d'Italia è un film pieno di amore, bellezza e paure. Una storia che mette in campo sentimenti contrastanti, traumi infantili, grandi solitudini. Paolo e Mia si riconoscono come animali, e corrono insieme per un pezzo di vita, forse più per trovare se stessi che l’Amore.