Terzo lungometraggio del regista statunitense Colin Trevorrow, il primo dopo il kolossal uscito due anni fa, Jurassic World, Il libro di Henry è un crime drama che alterna elementi di puro melò ad altri prettamente thriller.
Henry Carpenter (Jaeden Lieberher) è un bambino dalla mente brillante che vive in una piccola cittadina con la madre Susan (Naomi Watts) e il fratello minore Peter (Jacob Tremblay). La sua perspicacia e il suo sguardo attento portano Henry a pensare che la sua vicina di casa, Christina (Maddie Ziegler), sia vittima del suo patrigno. Henry e sua madre cominciano così a investigare e a escogitare un piano per salvare la bambina.
Cosa funziona ne Il libro di Henry
Le interpretazioni dei due attori principali, Jaeden Lieberher e Naomi Watts, sono molto intense e credibili: se il giovane interprete è una sorpresa, riuscendo a rendere autentico e veritiero il personaggio del serafico genio, Naomi Watts è un’ulteriore conferma e appare ancora più forte nel ruolo di madre.
I comprimari non sono da meno, con un Dean Norris sempre a suo agio nella parte dello sbirro ridanciano ma sottilmente inquietante, e il piccolo Jacob Tremblay che porta benissimo sulle spalle l’atteggiamento e la bravura dell’attore consumato, pur avendo poco più di dieci anni.
Perché non guardare Il libro di Henry
Se inizialmente ci viene presentato come un intenso crime-drama, Il libro di Henry prende inaspettatamente un’altra piega e assumere le sembianze di una sorta di melodramma familiare. La duplicità del racconto, a tratti anche triplicità, fa cadere l’intera impalcatura e credibilità del film. La narrazione, fin dall’inizio, risulta abbastanza inverosimile e i personaggi forzati. La schizofrenia della trama crea un malessere nello spettatore che non riesce ad immedesimarsi nei personaggi e nella narrazione, non riuscendo a provare emozioni neanche nei momenti più empatici e drammatici della pellicola, rendendo tutto compiuto solo a metà. Racconto di un ragazzino speciale? Un romanzo di formazione per la madre Susan? Oppure un giallo/thriller fine a se stesso? Sono questi gli interrogativi che ci si pone di fronte alla pellicola.
Ben recitato grazie alla magistrale interpretazione di tutto il cast, Il libro di Henry sembra rimasto in fase embrionale: poco sviluppato, con passaggi da un genere cinematografico all’altro (si va dal dramma al thriller), un po’ troppo bruschi, che anche se accompagnati dalle splendide musiche di Michael Giacchino evidenziare il cambio di registro, non danno comunque il tempo allo spettatore di metabolizzare l’evento appena passato.