The Great Wall: Il maestro cinese Zhāng Yìmóu firma il suo primo film in lingua inglese attraverso l’ennesimo ritorno al cinema cappa e spada.
William Garin (Matt Damon) e Pero Tovar (Pedro Pascal), sono due mercenari europei giunti sul territorio cinese con l’intento di recuperare la leggendaria “polvere nera” (polvere da sparo). In fuga da una banda di predoni, i due si imbattono e sopravvivono all’attacco di una strano e misterioso essere di colore verde ma giunti al confine della grande muraglia, vengono catturati dall’esercito cinese dell’Ordine Senza Nome. Un’armata posta in difesa del mondo contro i “Taotie”, misteriose e letali creature che ogni 60 anni minacciano il mondo degli uomini.
Dopo “Hero” (2002), “La Foresta dei Pugnali Volanti” (2004) e “La Città Proibita” (2007), il regista cinese Zhāng Yìmóu torna in sala con il genere cinematografico che più di tutti lo ha consacrato al cospetto del grande pubblico, nonostante i molti premi e riconoscimenti ricevuti dalle giurie di tutto il mondo, con pellicole meravigliose come Sorgo rosso (1987), Lanterne rosse (1991) e Non uno di meno (1999). Un genere, il cappa e spada, caratterizzato da storie avventurose a sfondo storico, con colpi di scena e suspense e un ruolo di primaria importanza ai duelli, tanto in voga in oriente e apprezzatissimo anche da parte del pubblico occidentale. Un film d’azione, di matrice spettacolare, che prende le distanze dai suoi lavori precedenti, in primo luogo per l’assenza di momenti di introspezione dei personaggi, e delle loro evoluzioni caratteriali, ma anche per la mancanza di tempi riflessivi e di romanticismo.
Nato da una co-produzione statunitense e cinese, “The Great Wall“, si avvale di una narrazione semplice e lineare, devota al ritmo spedito e alla velocità degli scontri. Visivamente splendido, è il film cinese più costoso di sempre con la bellezza di circa 135 milioni di dollari investiti, “The Great Wall“, offre un ottimo intrattenimento cinematografico condito da evidenti limiti nella sceneggiatura, chiaramente elaborata come una semplice leggenda orientale, con l’unico scopo di sorprendere con lo spettacolo mostrato sullo schermo. Aiutato da un riuscitissimo effetto 3D, che amplifica i meravigliosi orizzonti visivi, “The Great Wall” compiace per gran parte della sua durata. Chiaramente povero e banale dal punto di vista della scrittura, sembra più un film di Tsui Hark, altro leggendario maestro cinese, che un prodotto realizzato da un’esteta dei sentimenti e relazioni umane come Zhāng Yìmóu.

Commento Finale
Il maestro cinese Zhang Yìmou torna al cinema in compagnia di Matt Damon, con una fiaba cinese dal respiro epico e scene d'azione dal grande impatto visivo. Narrativamente banale, ma non privo di colpi di scena, il film più costoso della cinematografia cinese, regala grandi picchi di intrattenimento e momenti di grande cinema d'azione.