Al cinema dal 22 Giugno Girotondo, opera seconda di Tonino Abballe che tenta di scandagliare le diverse facce della violenza relazionale.
Attraverso due femminili, Erika e Loredana, giovane parrucchiera l’una, semplice impiegata l’altra, Girotondo narra il percorso di vita di donne e uomini comuni che nonostante tutto credono ancora nell’amore. Non solo, dunque, la violenza subita dal proprio partner o addirittura da uno sconosciuto per strada, ma anche la sofferenza patita durante una separazione oppure proveniente da un tradimento.
Senza mai mostrare il loro volto, Girotondo mette sulla scena quattro diversi “tipi” maschili: uno psicologo che ascolta le vittime di abusi affrontando le situazioni in tre modi differenti a seconda delle pazienti; un marito violento che si pente di aver maltrattato sua moglie, ma che comunque sembra essere per lui un circolo vizioso; un ‘rimorchiatore seriale’ che si rivolge invece ai social dove secondo lui le donne fanno di tutto, attraverso i loro atteggiamenti provocatori, per essere delle vittime; di egual pensiero un cacciatore solitario che considera le donne “degne di essere violentate”.
A Tonino Abballe bisogna riconoscere l’ambizione di voler provare a raccontare il controverso e intricato prisma dei rapporti uomo/donna in un girotondo di storie diverse interpretate da volti ricorrenti, con una sorta di seduta psicanalitica senza tempo che funzioni da commento, e mantenendo fino alla fine muta e invisibile la figura maschile che non capisce, non affronta, non empatizza. Peccato che il risultato sia un film confuso che utilizza la stessa protagonista pensando che basti una parrucca per “renderla diversa” e che utilizza l’effetto disegno al fondale di alcune riprese senza nessun senso apparente.
Apparendo per tutta la sua durata un “filmino amatoriale”, Girotondo non viene supportato ne dalla recitazione, ne dalla fotografia ne dalla messa in scena patinata e monocorde. Delle buone intenzioni non abbiamo dubbi, ma dubbio rimane il messaggio di fondo che vuole propagandare.
Girotondo
Commento Finale - 35%
35%
Attraverso due femminili, Erika e Loredana, giovane parrucchiera l'una, semplice impiegata l'altra, Girotondo narra il percorso di vita di donne e uomini comuni che nonostante tutto credono ancora nell'amore. Non solo, dunque, la violenza subita dal proprio partner o addirittura da uno sconosciuto per strada, ma anche la sofferenza patita durante una separazione oppure proveniente da un tradimento. Il risultato è un film confuso che utilizza la stessa protagonista pensando che basti una parrucca per "renderla diversa" e che utilizza l’effetto disegno al fondale di alcune riprese senza nessun senso apparente. Delle buone intenzioni non abbiamo dubbi, ma dubbio rimane il messaggio di fondo che vuole propagandare.