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Dog Eat Dog – Recensione – Un Film di Paul Schrader

Paul Schrader, Nicolas Cage, Edward Bunker: una santa trinità del nero per Dog Eat Dog, biglietto da visita di The Film Club. Risultato sotto le attese, ma sempre pregevole.

Dog Eat Dog, ovvero Edward Bunker al cinema, parte tre. Quando i veri amanti del noir vennero a sapere, un paio di anni fa, che Paul Schrader avrebbe adattato l’ultimo romanzo di fiction del seminale scrittore losangelino (che da quel 1996, anno della pubblicazione di Cane Mangia Cane, si sarebbe dedicato solo all’autobiografia, alternando sempre una certa attività da caratterista cinematografico), con Nicolas Cage protagonista per di più, in molti sarebbero stati pronti ad eleggerlo miglior film del 2016 prima ancora che entrasse in produzione. Bunker, uno degli autori polizieschi più importanti della seconda metà del novecento, al cinema aveva già presenziato da un po’: Come una Bestia Feroce era stato adattato come Vigilato Speciale (Dustin Hoffman protagonista) già dal 1978, mentre del 1999 era Animal Factory (Steve Buscemi alla regia, Willem Dafoe al centro, allora come oggi).

Disponibile in anteprima sulla piattaforma digitale The Film Club

Dog Eat Dog mette il più importante sceneggiatore degli anni ’70, autore nascosto dei più complessi ritratti di psicosi metropolitane della New Hollywood, di fronte al fatalismo tragico e dostoevkijano del testo alla base. Gli ingredienti sono quelli giusti, Schrader sembra nato per raccontare al cinema le storie di Bunker, e Cage è naturalmente un veterano e una certezza per il miglior poliziesco violento e nichilista. Sbagliare un film così è tirare fuori un rigore a porta vuota. E dire che i ragazzi ce la mettono tutta.

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La storia di Dog Eat Dog, l’ABC del noir: tre disperati escono di prigione in un mondo che non li vuole. Troy (Cage) è il leader che vorrebbe “svoltare” alla svelta e sparire; Diesel (Christopher Matthew Cook) il giovane che rivorrebbe una ragazza e una vita normale; Mad Dog (Dafoe) il matto scocciato, eroinomane e assassino compulsivo (occhio al prologo). La delinquenza, nel mondo di Bunker (e di Schrader) è una condizione genetica ed esistenziale che vive nei suoi personaggi come una tragica maledizione divina. Non esiste la normalità che cerca Diesel, non per lui. Mad Dog immagina una grottesca redenzione del tutto al di fuori dalla realtà. Troy coinvolge i compagni nel grande colpo, un rapimento commissionato da The Greek (lo stesso Schrader), ma il mondo per loro sembra aver già deciso dal momento della nascita. Sono condannati. E non resta che ridere.

A sorprendere fin dall’inizio è il tono del racconto scelto per Dog Eat Dog. Il film Schrader l’ha diretto ma non scritto: si sente. La regia, e i lungometraggi dell’ultimo ventennio lo confermano, non è ciò per cui sarà ricordato. La tragedia di Bunker si stempera qui in una commedia forsennata, isterica, su ritmi alla Guy Ritchie. Verrebbe quasi da associare il film a quelle opere psudo-tarantiniane dei tardi anni novanta, che provavano a ripetere senza speranza la formula Pulp Fiction riducendola al binomio ultraviolenza-ironia (Cose da Fare a Denver Quando sei Morto, ricordate?).

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Non c’è spazio dunque per il dramma nel Dog Eat Dog filmico. Ma ce n’è a pacchi per il sarcasmo più nero. E’ legittimo alzare gli occhi al cielo alla solita testa che esplode all’improvviso, o ai dialoghi farneticanti di un troppo scemo Dafoe (meglio l’immenso Cage, ma anche Cook, sorprendente). Ma le scene, le chicche, i momenti per cui val comunque la pena, ci sono. Dall’avvio delirante, ad una disperata e cialtrona sparatoria in un parcheggio, allo splendido finale, quello si, estremamente bunkeriano. Sembra che tutte le persone coinvolte in Dog Eat Dog si siano lasciate prendere da una dilagante voglia di fare i cretini, dalla tentazione di buttare tutto in farsa. Il risultato smorzerà la tensione, ma illumina la (goffa) satira di fondo. D’altronde, con questi nomi coinvolti, tirare fuori non era proprio possibile.

Ultima nota: il film rappresenta una delle punte di diamante della nuova piattaforma on demand The Film Club, lanciata in questi giorni come database per pellicole rare, dimenticate o passate sotto silenzio. Vistosissimo biglietto da visita.

Regia: Paul Schrader Con: Nicolas Cage – Willem Dafoe – Christpher Matthew Cook – Paul Schrader Anno: 2016 Durata: 93 Paese: USA Distribuzione: Microcinema
Paul Schrader, Nicolas Cage, Edward Bunker: una santa trinità del nero per Dog Eat Dog, biglietto da visita di The Film Club. Risultato sotto le attese, ma sempre pregevole. Dog Eat Dog, ovvero Edward Bunker al cinema, parte tre. Quando i veri amanti del noir vennero a sapere, un paio di anni fa, che Paul Schrader avrebbe adattato l'ultimo romanzo di fiction del seminale scrittore losangelino (che da quel 1996, anno della pubblicazione di Cane Mangia Cane, si sarebbe dedicato solo all'autobiografia, alternando sempre una certa attività da caratterista cinematografico), con Nicolas Cage protagonista per di più, in molti sarebbero…
Commento Finale - 65%

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Più grottesco che tragico, più divertito che divertente, Dog Eat Dog regalerà comunque più di una scena da ricordare agli amanti del noir. Impossibile aspettarsi altrimenti, vista la grandezza dei nomi in campo

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About Saverio Felici

(Roma, 1993) Lavora nei campi dell'editoria e della produzione audiovisiva. Scrive e collabora tra gli altri con Point Blank, Nocturno e Cineforum.

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