Dopo il successo di Mamma o Papà?, Riccardo Milani torna a dirigere la coppia Antonio Albanese e Paola Cortellesi nella nuova commedia Come un gatto in tangenziale, ambientata in una Roma piena di contrasti sociali e amori improbabili.
Cosa accade se un ragazzo di Bastogi, quartiere della periferia degradata di Roma, si innamora di una ragazza figlia della buona borghesia? Alessio è il figlio di una ex cassiera, Monica (Paola Cortellesi) licenziata per via dell’automazione; Agnese, invece, è figlia di Giovanni (Antonio Albanese) è un intellettuale impegnato nell’analisi delle politiche pubbliche per la riqualificazione delle periferie. I due genitori saranno costretti ad incontrarsi quando i loro figli intrecciano un’inaspettata relazione. Monica e Giovanni, così, si ritroveranno a condividere contesti diversi, in un susseguirsi di avventure che farà conoscere loro i propri modi così diversi e forse inconciliabili.
Cosa funziona in Come un gatto in tangenziale
Accentuando le caratterizzazioni dei personaggi senza esagerazioni, Come un gatto in tangenziale evidenzia molto la capacità degli abitanti della Capitale di saper affrontare le difficoltà senza piangersi addosso, facendo leva sull’amicizia e sull’autoironia.
La Cortellesi, romanissima e co-sceneggiatrice del film, interpreta un ruolo difficile poiché facilmente esposto al tranello della macchietta e costruisce un personaggio realistico e una performance, tra le migliori nel panorama della commedia italiana contemporanea. Nella pellicola si intersecano momenti di comicità pura, mai volgare ma forse spesso scontata, a forti riflessioni e scene emozionanti. Sicuramente, spiccano anche dei personaggi in grado di entrare subito nell’immaginario cult come, ad esempio, le sorelle gemelle del personaggio di Monica, grandissime fans di Franca Leosini, la quale, nel ruolo di se stessa, in un piccolo cameo, riesce a dimostrare la sua classe e la sua intelligenza.
Perché non guardare Come un gatto in tangenziale
La prima parte del film, nel voler mostrare l’opposizione tra i due stili di vita, sembra mostrare un campionario di alcuni dei più triti luoghi comuni sulle differenze, ovviamente macroscopiche, tra intellighenzia borghese e naïveté di borgata. Anche se, ben presto, questo mood viene abbandonato a favore di un giusto equilibrio e a coniugare le anime delle storie che porta avanti.
Perché anche se Monica ci informa che certe storie, come quella dei due tredicenni, durano come un gatto in tangenziale, quelle stesse storie possono contenerne altre che invece hanno il coraggio di andare un po’ più a fondo.
Tra le migliori commedie italiane degli ultimi anni, capace di far ridere e indurre una riflessione sulla società con intelligenza, con la giuste dose di ironia e un cast equilibrato, Come un gatto in tangenziale è un esempio di come l’intesa tra regista e protagonisti e la scelta di una buona sceneggiatura produca un prodotto di qualità ma capace di parlare al cuore di un pubblico eterogeneo.