Arriva nelle nostre sale, a due anni di distanza dal suo predecessore, il secondo capitolo della trilogia sentimental-erotica che ha reso celebre la scrittrice E. L. James, Cinquanta sfumature di Nero. Jamie Dornan e Dakota Johnson tornano nei ruoli di Christian Grey e Anastasia Steele, con un cambio alla regia: fuori Sam Taylor-Johnson, dentro James Foley.
Riprendendo laddove avevamo lasciato Christian e Anastasia alla fine del primo capitolo, Cinquanta sfumature di Nero ci riporta nelle vite dei due protagonisti: la timida studentessa e il magnate hanno rotto e vivono le proprie vite separate. Lei lavora in una casa editrice e lui le invia fiori, messaggi e regali costosi. Insomma il lupo sembra sinceramente pentito e disposto a perdere il vizio. Anastasia si lascerà sedurre di nuovo: intenerita dai modi gentili, dalle promesse di amore e dal suo passato traumatico. Tuttavia, tre oscure figure si metteranno di mezzo: c’è Elena (Kim Basinger) la ex più agé di Christian, c’è Leila (Bella Heathcote), la giovane sottoposta ma psicopatica e c’è il nuovo capo di Anastasia, Jack (Eric Johnson) che la importuna continuamente.
Nonostante la firma di un professionista con trent’anni di carriera alle spalle come Niall Leonard (che però fino ad oggi aveva scritto solo per la televisione), la presenza della britannica E. L. James, qui anche produttrice e il cambio di regia, Cinquanta sfumature di Nero non riesce a gettare luce sulle tenebre di Mr. Grey, nonostante emerga un punto di vista maschile che era completamente assente nel primo capitolo. Foley si dimostra sicuramente più adatto e solido nel gestire la struttura la narrativa del film, ma il passaggio dal sotto testo “erotico-sentimentale” al “thriller”, per altro senza nessuna tensione e che si risolve in pochi minuti, non fa che generare ilarità e a porsi, forse, una domanda: non era meglio limitarsi “all’erotismo”? Certo, le scene di sesso non mancano – come inframezzi ogni 10 minuti di “normale” narrazione – cosa che non fa altro che sminuire e vanificare ogni tentativo di approfondire i caratteri dei protagonisti.
Certo il cambio di stile c’è e si vede. Traumatizzato sin dall’infanzia e tormentato da incubi notturni, che sublima con fisicissime sessioni di ginnastica casalinga al ritmo di “So lonely” dei Police e per la gioia delle tante fan in attesa di tanto esibizionismo. Che non manca, comunque, nelle numerose e generose scene di sesso, che mostrano ampiamente soprattutto le grazie della Johnson, che nonostante la tanto riconosciuta aria maliziosa, è priva di qualsivoglia erotismo e nel loro affidarsi a toys di “uso comune”.
Tra momenti di suspense fuori luogo, dialoghi al limite del ridicolo (anche se rispetto al Cinquanta sfumature di grigio vengono fatti grandi passi in avanti) e “finte” trasgressioni, Cinquanta sfumature di Nero ha il pregio di non prendersi troppo sul serio. O forse no. Ma comunque le fedelissime non rimarranno deluse. O forse si.
Commento Finale - 50%
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Cinquanta sfumature di Nero
Riprendendo laddove avevamo lasciato Christian e Anastasia alla fine del primo capitolo, Cinquanta sfumature di Nero non riesce a gettare luce sulle tenebre di Mr. Grey, nonostante emerga un punto di vista maschile che era completamente assente nel primo capitolo. Foley si dimostra sicuramente più adatto e solido nel gestire la struttura la narrativa del film, ma il passaggio dal sotto testo "erotico-sentimentale" al "thriller", per altro senza nessuna tensione e che si risolve in pochi minuti, non fa che generare ilarità. Tra momenti di suspense fuori luogo, dialoghi al limite del ridicolo (anche se rispetto al Cinquanta sfumature di grigio vengono fatti grandi passi in avanti) e "finte" trasgressioni, Cinquanta sfumature di Nero ha il pregio di non prendersi troppo sul serio.