Adattamento cinematografico del celebre videogame Ubisoft, Assassin’s Creed porta, dal 4 gennaio, sul grande schermo l’eterna lotta tra Assassini e Templari per il controllo di un futuristico Sacro Graal: la mela dell’Eden, un dispositivo arcaico e magico che permette a chi lo detiene il controllo del libero arbitrio.
Ispirato alla famosa saga di casa Ubisoft, Assassin’s Creed è un prodotto equilibrato che strizza l’occhio ai fan, con una serie di citazioni e fan service in grado di esaltarne le affinità, ma allo stesso tempo con un occhio molto attento anche verso coloro che di assassini e templari non sanno assolutamente nulla. La storia raccontata dal film è quella di Callum Lynch (Michael Fassbender), introverso e violento malvivente, con una condanna a morte che gli pende sulla testa. Verrà salvato dalla Abstergo Industries che, attraverso l’Animus, lo porterà a vivere le esperienze del suo antenato Aguilar de Nerha, in una Spagna del XV secolo, in piena Inquisizione.
Dotato di una propria e forte identità, in cui confluiscono i tratti caratteristici del gioco al punto che è facile lasciarsi coinvolgere dalla trama, tanto quanto avvertire un senso di immedesimazione nelle fasi d’azione che si ripetono come le meccaniche del gameplay, Assassin’s Creed è una storia a metà tra il racconto fantascientifico e quello bellico e d’azione. Della prima dimensione riprende l’ambientazione, la fredda e asettica location di un fantomatico laboratorio di sperimentazione e il tema del conflitto etico; della seconda invece replica con una certa efficacia l’aspetto più d’azione e in evidente eredità con quanto prodotto dal videogioco. L’idea alla base del film e del gioco è di per sé originale: la possibilità di esplorare e indagare il vissuto degli antenati, le cui esperienze sono celate nel DNA, è affascinante e inquietante al tempo stesso. La cornice di intrighi e complotti, la rivalità tra ordini iniziatici di Assassini e Templari, nonché la componente esoterica, rendono la formula ulteriormente interessante e appetibile, anche per coloro che non conoscono la saga videoludica.
Reduce da un Macbeth epico, classico e teatrale, che ha mostrato poesia e violenza d’autore, Justin Kurzel si mette al timone di Assassin’s Creed cambiando del tutto la rotta e gli orizzonti a cui ci aveva abituati. Interessante la fotografia di Adam Arkapaw che usa un filtro azzurro per le scene girate nella base operativa dell’Abstergo, mentre le riprese in esterno e l’ambientazione storica hanno tonalità più calde, quasi sul dorato. Credibile Fassbender nei panni di Callum Lynch mentre deludenti appaiono alcuni dialoghi tra lui e la Cotillard trasformata in un androide senziente, che si muove sul set con aria distaccata e sofferente. Stessa sorte per per un’altra grande signora del cinema francese, Charlotte Rampling, relegata ai bordi del copione con un minutaggio deludente.
Parkour estremo, azione e ambientazioni ben costruite fanno da supporto ad una trama concreta, ma un po’ vacillante nei particolari: Assassin’s Creed è un buon film che intrattiene senza mai annoiare. Un prodotto capace di trarre il meglio dal gioco e raggiungere il giusto equilibrio, scegliendo di rendere godibile e fruibile la pellicola anche a coloro che non hanno mai preso il controllo di uno degli assassini del videogioco.
Commento finale - 68%
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Assassin's Creed
Adattamento cinematografico del celebre videogame Ubisoft, Assassin's Creed porta sul grande schermo l'eterna lotta tra Assassini e Templari e lo fa prendendosi molto sul serio. L'assassino interpretato da Michael Fassbender è drammatico, intenso ed oscuro e l'Animus, che muove il videogioco, è doloroso, brutale e violento per chi lo usa. Il risultato è un film per niente leggero, lontano dai prototipi Marvel, un vero e proprio dramma ambiguo e ben recitato che, forse, si discosta molto dalla leggerezza e dal puro intrattenimento che ci si aspetterebbe da una tale operazione.