Dopo due film diretti su commissione Matteo Rovere firma il suo vero esordio con Veloce Come il Vento!
Etichettato frettolosamente da critica e pubblico come un mestierante sopratutto per il deludente “Gli Sfiorati”, adattamento cinematografico dell’omonimo romanzo di Sandro Veronesi, Matteo Rovere si prende la sua rivincita con “Veloce Come il Vento“, progetto personale voluto fortemente.
Liberamente ispirato alla vita del pilota di rally Carlo Capone, “Veloce Come il Vento“, racconta la storia della famiglia De Martino, un nucleo familiare non propriamente convenzionale con la passione per i motori, che alla morte del capo famiglia si ritrova dopo anni di separazione. Coinvolti nel campionato GT e senza lo scudo della presenza paterna, la famiglia De Martino dovrà trovare la forza per superare l’ostacolo o perdere la casa data in garanzia ai creditori. Un compito difficile aggravato dai problemi personali di un trio di fratelli che a stento si conosce: la diciassettenne Giulia (Matilda De Angelis) in gara per il campionato, il piccolo Nico (Giulio Pugnaghi) bambino silenzioso e Loris (Stefano Accorsi) ex promessa del rally, ora tossico, tornato a casa alla morte del padre.
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Sostenuto dalle prove del duo protagonista, Matilda De Angelis è già da oggi una delle rivelazioni più brillanti dell’anno mentre Stefano Accorsi firma una delle sue interpretazioni migliori dopo un lungo letargo, “Veloce Come Il Vento“, si segnala come una delle sorprese di questo 2016 e certifica il periodo d’oro del nostro cinema dopo “Perfetti Sconosciuti” e “Lo Chiamavano Jeeg Robot“. Una storia di redenzione e rinascita familiare ottimamente bilanciata, tra drammi, risate e ottime scene di corsa in auto. Con delicatezza ed intelligenza, senza strafare o cercare di inventare, Rovere conduce in porto la sua vettura, voluta e costruita personalmente, percorrendo la strada più complicata e piena di insidie.
Drammatico ma dannatamente ricco di speranza è un film solido capace di guardare alla distruzione e ricostruzione con la stessa forza con cui bisogna avere il coraggio di lanciarsi nel vuoto senza dimenticare l’umiltà per azzerare tutto e ripartire. Mascherato da film di genere è un’opera che certifica una spiccata maturità autoriale. Girare e produrre un film italiano sul campionato GT, ricco di corse ed evoluzioni automobilistiche, sembrava pura utopia. Procacci e Rovere lo hanno reso realtà.
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Commento Finale - 80%
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Una bizzarra famiglia emiliana con la passione delle corse, si ritrova dopo una tremendo lutto in famiglia e anni di lontananza. Al terzo tentativo Rovere riceve finalmente la possibilità di realizzare il suo film più personale e convincete. Mascherato da film di genere, sostenuto dalla belle prove del duo protagonista (#stefanoaccorsi e #matildadeangelis ) e caratterizzato da un aspetto visivo esaltante, " Veloce Come Il Vento", mostra i muscoli del cinema italiano attraverso una storia di redenzione e rinascita familiare. Drammatico nella tematica ma ricco di speranza nell'evoluzione, conferma il momento d'oro del nostro cinema. Girare e produrre un film italiano sul campionato GT, ricco di corse ed evoluzioni automobilistiche, da oggi non è più un sogno. Procacci e Rovere lo hanno reso realtà.