Tratto dall’omonimo racconto di Ivan Cotroneo edito nel 2010 da Bompiani e ispirato molto liberamente ad un fatto di cronaca, l’omicidio Larry King, avvenuto in una scuola della California, Un bacio ha per protagonisti tre adolescenti Lorenzo, Blu e Antonio che frequentano la stessa classe nello stesso liceo in una piccola città friulana e che rappresentano tre emarginati perché considerati diversi da quel che la società tutta considera normalità. A differenza del libro che vede protagonisti Lorenzo, Antonio e la loro insegnante Elena, Cotroneo, aiutato nella sceneggiatura da Monica Rametta, aggiunge ai due noti protagonisti, una terza, Blu, che stringe insieme agli altri due ragazzi un’amicizia che potrebbe salvarli tutti, se fossero in grado di essere più forti del gruppo.
“Say it’s only words and that it will get easier with time. Nothing’s only words that’s how hearts get hurt” (Dici che sono solo parole e che tutto sarà più facile col tempo. Niente è solo una parola, è così che i cuori vengono spezzati) Queste le parole della stupenda canzone di Mika, “Hurts”, che fa da cornice perfetta ad Un bacio che prova ad affrontare una tematica controversa: il pericolo delle parole che se ripetute e condivise divengono etichette, macigni difficili da poter sopportare. Ma sono anche le parole che diventano punto di partenza per i tre protagonisti per essere “altro”, per riuscire ad affermare la loro essenza, la loro diversità che non è negativa come accezione.
Questo è principalmente il film, ma anche e soprattutto un liceo, balli liberatori, canzoni pop, che richiamano fortemente a “Glee“. Grazie alle coreografie di Luca Tommassini, Rimau Grillo Ritzberger, la sorprendente Valentina Romani e Leonardo Pazzagli ballano tra i banchi di scuola, interrompendo così la loro gravosa quotidianità adolescenziale in sella ad uno slogan che Lady Gaga ha tramutato in manifesto pop: born this way.
Al fianco dei tre ragazzi, di fatto uniti dal filo invisibile dell’emarginazione, prende vita un mondo, quello degli adulti, a sua volta variegato tra chiusure ed aperture mentali, un mondo in cui è quasi impossibile fare la cosa giusta, nonostante ci provino. Cotroneo riesce a raccontare perfettamente con le immagini, utilizzando un linguaggio adeguato, e coadiuvato dalla colonna sonora, una generazione che si sta formando ma che ha voglia di resistere, di avere coraggio, di essere libera.
Un film che racconta la violenza, ma riesce anche a celebrare un’età, l’adolescenza, in cui tutto accade per la prima volta. Un film molto pop, a tratti romantico. Un film sull’amore, sugli amori che vanno male, che vengono sciupati, non capiti, distrutti.
Sebbene la cronaca ci presenti ogni giorno fatti spaventosi e nonostante la virata drammatica del film, Un bacio riesce ad essere catartico, ad indicare una via diversa che è quella dell’affermazione della propria autonomia di pensiero e di comportamento lasciandosi alle spalle il giudizio degli altri. Sarà Blu stessa a dire: “Non doveva andare per forza così”.
Commento Finale - 70%
70%
Tratto dall'omonimo libro scritto dallo stesso regista, Un Bacio, è un film che parla di e agli adolescenti. Un'opera sulla forza e sul pericolo delle parole quando diventano etichette condizionando azioni e pensieri delle persone. Cotroneo, co sceneggiatore e regista del film, riesce a cogliere perfettamente paure, speranze, tormenti e fragilità di un'età in cui tutto quello che succede diviene il centro del mondo. Una pellicola dal risvolto drammatico ma anche estremamente catartico: sebbene la violenza e il bullismo hanno spesso la meglio, è ancora possibile sfuggire affermando se stessi e il proprio pensiero.