Train to Busan è la rivelazione dell’anno in Corea del Sud: con un incasso di circa 63,9 milioni di dollari, 10 milioni di spettatori totali e un remake in cantiere già annunciato dalla 20th Century Fox, è lo zombie-movie apocalittico che si prepara ad infrangere ogni record.
Train to Busan è la rivelazione dell’anno in Corea del Sud: con un incasso di circa 63,9 milioni di dollari ha infranto ogni record, tanto che la 20th Century Fox ha dichiarato che presto ne verrà realizzato un remake a stelle e strisce, forte anche dei 10 milioni di spettatori che ha richiamato al botteghino. Dopo un passaggio al Festival di Cannes ha scosso la mattinata della Festa di Roma 2016 con la sua adrenalinica apocalisse zombie.
Un treno parte la mattina presto da una stazione di Seoul, diretto verso Busan. A bordo, passeggeri di ogni tipo pronti ad affrontare un viaggio: ma nessuno di loro è pronto a un’epidemia di zombie che sta contagiando le città dell’intera Corea del Sud e che li raggiunge fin sopra il treno, ultimo baluardo per la loro sicurezza che adesso dovranno essere pronti a difendere ad ogni costo.
Ecco la trama di questo atipico zombie-movie che riscrive, aggiornandola, la “genealogia” dei morti che ritornano sulla terra per seminare il panico tra i vivi, restituendone un’immagine ben lontana dallo stereotipo americano (creato da George Romero nel ’68) che li vuole lenti, inesorabili e affamati; in questo horror moderno i non – morti sono vittime di un contagio (partito da un senzatetto di Seoul), elemento che si ricollega ad una mitologia più contemporanea (sospesa sempre tra Romero e Resident Evil) dove la morte è una malattia, un male che mangia dall’interno e che spinge ad una insaziabile avidità di carne umana. Gli zombie coreani sono veloci, istintivi, feroci e pronti a tutto, come se fossero un riflesso distorto della nostra società, immortalata nell’istantanea di una macabra allegoria: divisa dall’eterna lotta di classe (tema presente anche in altri film asiatici di genere sci – fi, come Snowpiercer), dal consumismo dilagante, dall’alienazione e dall’egoismo che sono pronti a diffondersi come una pandemia e a dividere le persone, allontanandole; solo una causa esterna estrema (l’arrivo di un’apocalisse zombie) sovverte lo status quo di partenza e la costringe a prendere delle decisioni drastiche, che spesso mettono in luce aspetti nascosti – positivi o negativi – delle svariate personalità umane, permettendo che i lati nascosti riemergano prepotentemente.
Train To Busan, quindi, si “nutre” della tensione, dell’adrenalina e dell’ansia che riesce a creare mentre sinuosamente fa scivolare lo spettatore in un orribile incubo che sarà costretto ad ammirare, con stupore sempre più crescente, ad occhi aperti seduto sulla propria poltroncina.
Commento Finale - 80%
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Train to Busan è la rivelazione dell’anno in Corea del Sud: horror teso e adrenalinico che de-costruisce - aggiornandola - la mitologia dello zombie-movie, si “nutre” della tensione, dell’adrenalina e dell’ansia che riesce a creare mentre sinuosamente fa scivolare lo spettatore in un orribile incubo che sarà costretto ad ammirare, con stupore sempre più crescente, ad occhi aperti seduto sulla propria poltroncina.