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Trafficanti – Recensione – Un Film di Todd Phillips

“Trafficanti”, dal regista della trilogia di “Una notte da leoni” Todd Phillips, arriva nei cinema italiani la commedia-action basata su una storia vera di denaro, corruzione e sogno americano, con Jonah Hill (The wolf of Wall Street) e Miles Teller (Whiplash).

Todd Phillips torna nei cinema con Trafficanti, la cui sceneggiatura è tratta dall’incredibile articolo “Arms and the Dudes” di Guy Lawson apparso su un numero di Rolling Stones nel 2011. Durante l’amministrazione Bush, vi fu un crescendo di critiche verso il clientelismo che si era venuto a formare quando, per rifornire gli eserciti in Iraq e Afghanistan, enormi appalti senza gara erano stati assegnati solo ad alcune compagnie. Queste critiche portarono alla regolamentazione del settore da parte del governo USA che ha istituito il Federal Business Operation (FedBizOpps), che ha aperto le aste sui contratti militari a tutti. In questo modo, l’amministrazione Bush cercava di favorire i piccoli commercianti. Tra questi “tutti” c’erano anche due ragazzi poco  più che ventenni: Efraim Diveroli e David Packouz. Sfruttando questa iniziativa del governo, i due hanno avviato una piccola attività relativa ai contratti dell’esercito statunitense e hanno finito per diventare multi milionari come i più improbabili fra i venditori internazionali di armi.

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Trafficanti riprende molti degli elementi cari a Phillips: come l’amicizia maschile o le conseguenze subite da persone che prendono decisioni sbagliate, su cui le ripercussioni sono spesso eccessive e inattese. A differenza degli altri suoi progetti però, con il proseguito della pellicola l’ironia si esaurisce lasciando spazio alla serietà ed alla riflessione. Trafficanti parte col suo ritmo incalzante e spassoso, a palla come un film cazzone, ma nella seconda metà del film il ritmo rallenta e si fermano anche le risate. Questa scelta registica può spiazzare ma è evidentemente è costruita per stupire e colpire lo spettatore. D’altronde è la storia, vera, di due ventenni che si sballano facendosi le canne e che di colpo si ritrovano con un contratto da 300 milioni di dollari, e si sa, il successo e il denaro, danno alla testa e molte volte all’ascesa veloce segue una lenta inesorabile caduta. La sceneggiatura segue la vera vicenda dei due ventenni di Miami, raccontando la storia in modo avvincente e divertente ma allo stesso tempo drammatico, senza tralasciare l’azione, un pò di suspense e un pizzico di spionaggio.

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A rispecchiare i due facce della medaglia del successo, oltre alla letterale caduta ed ascesa, ci pensano anche i due personaggi protagonisti: i due infatti, sebbene uniti nella vicenda, si presentano in netta contrapposizione. Efraim (Jonah Hill) è quello che si prende ciò che vuole, è grintoso, esplosivo, estremo. Non si ferma di fronte a niente e nessuno. Vuole il successo, ha capito come ottenerlo e lo raggiunge. Perché questo è quello che pensa lo renderà felice. Adora le cose appariscenti, adora strafare. E’ disposto anche a trasformarsi nella persona che pensa chi gli sta di fronte voglia. David (Miles Teller) invece si approccia alla ricchezza in modo diverso: lui è quello che lotta per arrivare a fine mese, è quello che ormai ha una famiglia e deve riuscire a mandarla avanti. Troviamo anche l’ormai onnipresente Bradley Cooper che gioca il doppio ruolo di produttore del film e di attore. A lui è affidata la parte di uno dei più grandi trafficanti d’armi internazionali, Henry Girard, il Tony Montana in carne ed ossa. L’unico a cui Efraim e David possono chiedere aiuto per portare a termine quella che avrebbe potuto essere la più grande truffa di sempre.

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Trafficanti riflette in pieno il sogno americano: mette ben in evidenza che i soldi sono il motore di tutto, che i due protagonisti non sono a favore della guerra. La guerra è un’opportunità. La guerra fa girare i soldi. Perché perdersi quelle che per grandi compagnie sono solo le briciole ma che per due ventenni fanno la grande differenza? Perché non giocare a Scarface?

Regia: Todd Phillips. Con Jonah Hills, Miles Teller, Ana de Armas , Bradley Cooper, Kevin Pollack, JB Blanc, Shaun Toub, Patrick St.Esprit, David Patouk . Anno: 2016 Durata: 149 min. Paese: USA Distribuzione: Warner Bros. Pictures
"Trafficanti", dal regista della trilogia di "Una notte da leoni" Todd Phillips, arriva nei cinema italiani la commedia-action basata su una storia vera di denaro, corruzione e sogno americano, con Jonah Hill (The wolf of Wall Street) e Miles Teller (Whiplash). Todd Phillips torna nei cinema con Trafficanti, la cui sceneggiatura è tratta dall'incredibile articolo "Arms and the Dudes" di Guy Lawson apparso su un numero di Rolling Stones nel 2011. Durante l'amministrazione Bush, vi fu un crescendo di critiche verso il clientelismo che si era venuto a formare quando, per rifornire gli eserciti in Iraq e Afghanistan, enormi appalti…
Commento Finale - 81%

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Il regista della trilogia di “Una notte da leoni” torna al cinema con una nuova commedia “sovversiva”: “I trafficanti”. “Sovversiva” perché la pellicola parte a bomba come un film cazzone e quindi giù risate, per le battute, per quella risata di Jonah Hill, per le situazioni al limite dell’inverosimile, per il suo ritmo incalzante che però subisce un rallentamento nella seconda parte per passare a toni più seri e riflessivi e anche in sala cala il silenzio. Phillips si mantiene coerente con tutta la sua filmografia riportando in scena uno dei suoi leitmotiv preferiti: quello delle persone che prendono decisioni sbagliate. Tramite queste decisioni sbagliate ci fa ridere e allo stesso tempo riflettere. I trafficanti è una commedia irriverente capace anche di lasciare un po' di amaro in bocca, il film è basato su una storia vera, per due ragazzi alla rincorsa del sogno americano.

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3 commenti

  1. Il format di Una notte da leoni (ammesso che piaccia) in questo caso non funziona e produce una specie di docufilm che non diverte né tanto meno, stupisce nonostante ambisca a raccontare una storia che ha molti aspetti che rasentano l’assurdo. Il tono é monocorde, il ritmo resta identico in ogni momento del film, sia nei momenti di euforia che di difficoltà (unica eccezione il secondo periodo albanese dove almeno si percepisce un minimo di profondità). A dare spunti di riflessione é la storia in sé o, meglio, quello che sopravvive ad una narrazione atona e incolore.

    • Calcolando che la pellicola è di una durata abbastanza importante, non ho notato questa mancanza di colore. Probabilmente lo stacco tra la prima parte e quella albanese è molto netto, e crea un po’ di smarrimento, ma nel complesso non ho avuto difficoltà a seguirlo né avuto cali di attenzione. Non credo fosse negli intenti di sceneggiatori e regista voler fare un docufilm né seguire in toto il format di “Una notte da leoni”. Ovvio che le situazioni sono portate all’eccesso: la storia, pur se tratta da una storia vera, per cui si sono avvalsi della testimonianza diretta di David Patouck (che suona nella scena iniziale nella casa di cura) è evidentemente romanzata. Credo che il cinema tutto, sia soprattutto intrattenimento a prescindere dal genere.
      Grazie comunque per il tuo commento: punti di vista diversi sono sempre spunto di riflessione e crescita 😉

  2. Ho trovato il film avvincente, non ricordo la trilogia di ‘una notte da leoni’, ma questa pellicola mi sembra di un altro livello. Credibilissimi i personaggi. Per le situazioni : e Cinema. Voto 8

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