Bio-pic immaginario che mescola musica, amore e morte, e il viaggio da sempre archetipo di ricerca e di cambiamento interiore, arriva in Italia, dopo due anni, Toxic Jungle, l’on the road ambientato in Amazzonia.
Opera seconda di Gianfranco Quattrini, Toxic Jungle racconta la parabola ascendente e discendente di due fratelli, i Fratelli Santoro, la rock band pioniera del rock argentino nella psichedelica onda della fine degli anni ’60 ai primi settanta. Una rievocazione dell’epoca del sesso, droga e rock’n’roll da un punto di vista culturale della gioventù sudamericana degli anni ’60, che sognava come meta del viaggio iniziatico la Foresta Amazzonica.
Muovendosi su diversi piani narrativi: il presente di un vecchio e disfatto Diamond e il passato rievocato da vari flashback che evidenziano i conflitti con il fratello Nicky che portarono rapidamente alla crisi di una band che aveva avuto successo troppo in fretta, Toxic Jungle (in originale Planta Madre) evidenzia il caos interno che Diamond si trova ad affrontare: il se stesso da giovane (Emiliano Carrazone) che si muove come se fosse un demone impertinente, con conseguenze pericolose, su piani di percezione che confondono presente e passato.
Come in un trip psichedelico, Quattrini disegna una cartina concettuale ricca di immagini, rumori, influenze e percezioni in un bio-pic immaginario che mescola musica, amore e morte. Il vero film però ha inizio nel viaggio che porterà Diamond nel cuore della foresta Amazzonica, per compiere il viaggio di purificazione che da sempre il fratello avrebbe voluto per sé. Sarà nel viaggio e nell’incontro con l’esperienza rituale della Ayahuasca, una pianta sacra considerata curativa, che la guarigione fisica ma soprattutto dell’anima comincerà.
Mescolando più anime, un po road movie, un po cinema sperimentale e indipendente, un po pellicola musicale, Toxic Jungle mostra i limiti di una commistione che solo a rari tratti fa presa. Nonostante l’incursione nell’universo esotico della selva amazzonica, l’opera risulta confusionaria e dalla scrittura abbastanza noiosa a causa dell’eccessiva importanza che il regista da ad allucinazioni e ricordi.
Commento finale - 55%
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Toxic Jungle
Film indipendente dallo sguardo originale, Toxic Jungle mescola musica, amore e morte, e il viaggio da sempre archetipo di ricerca e di cambiamento interiore. L'atmosfera esotica della foresta amazzonica con i suoi riti e l'apparato visivo psichedelico che abbraccia il profondo e vivo cuore sudamericano fa da corniice a uno sguardo su un'ipotetica scena rock argentina degli anni sessanta che rende l'opera confusionaria e dalla scrittura abbastanza noiosa.