Diretto da uno dei due registi dei cafolavori “Crank” e “Crank: High Voltage”, con un esaltante e folle Jason Statham, arriva nelle sale Italiane, in pieno Giubileo ovvero la campagna pubblicitaria messa in piedi dal Vaticano, il poco riuscito e confusionario “The Vatican Tapes”.
Con lo stile visivo che da sempre caratterizza le sue opere Mark Neveldine, orfano della sua spalla Brian Taylor, prova l’ebbrezza della regia in solitaria con un film horror dannatamente sterile sotto il profilo degli Jump Scares, i tanto agognati salti dalla sedia. Elemento fondamentale per un tipo di prodotto che non mira alla riflessione o paura psicologica ma solo alla pura estetica ed arte visiva. Un canonico film sulla possessione come tanti altri.
“The Vatican Tapes” è un film senza mordente e molto patinato per aspirare all’olimpo dei prodotti riusciti. L’idea di nascondere il male dietro al bene oltre che poco originale è anche mal inserita in un contesto carico di cliché e situazioni al limite della parodia. Utilizzare due attori di fama internazionale come Michael Peña e Djimon Hounsou, nei panni di due preti non è stata proprio una scelta felice. Durante la visione si ha spesso il sospetto di essere al cospetto di un film tratto dalla saga di “Scary Movie” o peggio ancora di un porno. Troppa patinatura nelle riprese con protagonisti ed interpretazioni veramente fuori luogo.
Un prodotto disastroso dal quale è possibile salvare solo la bellezza di Kathleen Robertson, la Clare Arnold dell’originale Beverly Hills 902010, oltre all’aspetto visivo. L’unico modo per apprezzare “The Vatican Tapes” è quello di compiacersi per la giostra ridicola progettata.