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The Magicians: cinque motivi per vedere la serie

Con l’inizio del 2016 ha fatto la sua comparsa sugli schermi delle tv statunitensi una nuova serie, The Magicians. Niente paura, se la notizia vi è sfuggita in qualche modo si è ancora in tempo per fare un bel recupero; infatti sono usciti solo otto dei tredici episodi che compongono la prima stagione.  Inoltre da poco è stato confermato il rinnovo per la seconda stagione, quindi non c’è momento migliore per rimettersi in pari!

L’idea della serie nasce dall’omonimo romanzo, scritto da Lev Grossman, che narra le vicende del giovane Quentin, il cui sogno più grande si avvera venendo a contatto con la magia.

Fin qui la serie non ha nulla di nuovo, già dalla fine del primo episodio si ha un’idea ben precisa di quale sarà a grandi linee la trama principale. Perché allora iniziare una serie che può sembrare banale, scontata, forse perfino noiosa?

Ecco cinque motivi che potrebbero spingervi ad aggiungere The Magicians alla vostra lista di serie tv di guardare.

 

1.       Fantasy (per adulti) senza un domani. Se avete consumato i libri di Harry Potter a forza di leggerli (e forse intendete continuare a farlo) allora questa serie è sicuramente adatta a voi. Brakebills è infatti un college dove gli studenti dotati del dono della magia affinano le loro capacità, mettendosi alla prova continuamente e seguendo lezioni che vanno dall’astronomia all’alchimia. Le conoscente racchiuse in quest’istituto sono talmente vaste da essere ambite anche da chi non frequenta l’istituto, come ad esempio la strega Marina (Kacey Rohl).

2.       I gruppi di Streghe. E’ vero quindi che The Magicians parte con un’impronta tradizionale per i più affezionati al genere ma allo stesso tempo si spinge oltre. Che ne è di coloro che sono stati convocati per fare il test per entrare a Brakebills ma sono stati scartati perché ritenuti inadatti? Se la pratica della cancellazione della memoria non va a buon fine (come misteriosamente accade a Julia, amica d’infanzia di Quentin) e non si può né si vuole dimenticare l’esistenza della magia? Si formano ovviamente delle comunità segrete nelle città che cercano di studiare e praticare quei pochi incantesimi su cui riescono a mettere le mani, spesso ottenendo solo fallimenti. Non esiste quindi solo la realtà isolata di Brakebills, dove chi la frequenta è invitato a studiare e ad ampliare la propria conoscenza, ma si affiancano ad essa comunità ‘illegali’ e clandestine costrette nascondersi per praticare la magia, sparse in tutto il mondo.

3.       La magia non è solo fine a se stessa. Forse questo è l’aspetto più interessante e affascinante; non è tanto importante la magia in sé ma l’effetto che essa ha sul singolo individuo. Al centro di tutto viene messa la relazione che ogni personaggio ha con il dono che possiede.

4.       Un po’ di sano splatter. Anche questo fa parte della capacità di attirare uno spettatore. In ogni caso va tenuto presente che sebbene non si esiti a mostrare morti cruenti, non ci sono mai più dettagli del necessario.

5.       Immedesimazione nel protagonista. Quentin (Jason Ralph) è il classico nerd, amante del fantasy e fissato con la sua saga preferita. Immedesimarsi in lui riesce quasi naturale fin da subito; il suo essere imbranato nel praticare la magia non ci fa sorridere come dovrebbe, proprio perché nei suoi fallimenti vediamo in un certo senso gli insuccessi che avremmo avuto anche noi al suo posto.

About Edoardo Fasano

Studente di matematica e appassionato di serie tv. Continua a sperare che i suoi personaggi preferiti non muoiano, invano. Ascolta un po' di tutto, vede un po' di tutto.

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