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The Hateful Eight - Abbiamo incontrato Tarantino
Roma 28/01/2015 Cinecitta' - Prima cinematografica del film The Hateful Eight - Nella foto Tarantino . Foto Pasquale Carbone / GMT

The Hateful Eight – Abbiamo incontrato Tarantino, Russell, Morricone e Madsen

Presentato ieri a Roma “The Hateful Eight” il nuovo film di Quentin Tarantino, in uscita in italia con oltre 600 copie dal 04 febbraio 2016. Il film è già visibile per il pubblico da oggi a Roma in versione integrale e rigorosamente in 70 mm presso negli Studi di Cinecittà. Presenti all’incontro con la stampa, oltre al geniale regista, due degli otto protagonisti del film (Kurt Russell e Michael Madsen), il leggendario compositore italiano Ennio Morricone e i rappresentanti della distribuzione per il mercato italiano.

Iniziamo subito con una curiosità per Quentin Tarantino. Nei sui film c’è sempre qualcuno che si maschera o che si nasconde. Come mai?

Q.T.:Vero, c’è sempre qualcuno che si maschera. Che poi ci riesca o meno dipende dal fatto se alla fine del film vive o muore. E’ un elemento comune delle mie opere ad eccezione di Pulp Fiction,  nonostante lo stesso Travolta esclami nel film: “Adesso entriamo nei personaggi”. Non ho idea del perché, è processo del tutto naturale. Forse è dovuto al fatto che i miei personaggi sono sempre interpretati da ottimi attori.”

Cosa ci può dire della scelta di girare 70mm in pellicola? Crede che la guerra tra il digitale e la pellicola sia una sorta di guerra come tra gli indiani e i colonizzatori? 

Q.T.: “Questa scelta mi ha dato la possibilità in primo luogo di sfruttare sia i primi piani che lo sfondo.  A meno che lo spettatore non lo voglia vedere, ha sempre l’opportunità di controllare quel che sta facendo ciascun personaggio in qualsiasi momento. Così ho alimentato la suspense.  Spero vivamente infine che la pellicola sopravviva più di quanto abbiano fatto gli indiani.”

Nel film si trovano molti riferimenti dal suo esordio: “Le Iene” a “Il Grande Freddo” di Sergio Corbucci ma anche al poco menzionato “La Cosa” di John Carpenter. Lei trova che siano giuste queste osservazioni?  

Q.T. : “Effettivamente la teatralità della scena ricorda molto il mio primo lavoro. Così come la presenza della neve e le condizioni dei personaggi intrappolati in una stanza ricordano le atmosfere del bellissimo film di Carpenter. Tornando sul paragone con “La Cosa” vedo effettivamente la tempesta come un mostro in un film di mostri, che attende prima di poter divorare i personaggi che si nascondono al suo cospetto. Con l’avvicinarsi del buio tutto si fa più oscuro e freddo e il mostro si ingigantisce, diventando più potente e pericoloso. Fuori c’è la tempesta, ma all’interno dell’emporio ci sono otto personaggi che giocano a scacchi tra di loro, combattendo per mantenere la propria posizione sullo scacchiere, tramando l’uno contro l’altro.”

Durante questo intervento sono stati coinvolti anche il maestro Ennio Morricone, che infelicemente consigliato dal moderatore dell’incontro Francesco Castelnuovo ha risposto in modo non coretto alla domanda (vedere il video), e Kurt Russell. Russell si è detto un tipo fortunato per avere avuto la possibilità di lavorare sia con Tarantino, John Carpenter e con lo stesso Morricone.

Cosa pensa della polemica per la mancanza di Nomination per gli attori di colore ai prossimi Oscar?

Q.T. : “Mi dispiace che Samuel L. Jackson non abbia avuto la candidatura, la meritava. Per quanto riguarda il boicottaggio, purtroppo non sono stato candidato. Se lo fossi stato però sarei andato di sicuro!”

Come nascono i film di Quentin Trarantino? I suoi film sembrano sempre un insieme di più generi? 

Q.T.: “Mi lascio trascinare dal genere. Non riuscirò mai a fare tutti i film che vorrei, quindi magari faccio cinque film dentro uno. Come amante del cinema rispondo in maniera positiva a quei film che sono a cavallo di più generi. Opere che danno al pubblico qualcosa di piacevole. Lo spettatore paga un solo biglietto e vede più film. Per esempio in “ The Hateful Eight”, solo una volta completata la sceneggiatura ho capito che c’erano degli elementi su cui non avevo riflettuto. Sapevo di voler realizzare un giallo “alla Agatha Christie”, ma solo alla fine mi sono reso conto di aver realizzato un horror.

Una sola donna al cospetto di tanti burberi protagonisti. La povera Jennifer Jason Leigh subisce per tutto il film. Perché questa scelta? 

Q.T.: “Fondamentalmente se al posto di Daisy ci fosse stato un uomo di 150 kg non sarebbe cambiato nulla. Fin dall’inizio era stato concepito il personaggio come femminile. Ci si accanisce troppo sull’atteggiamento del Boia. Ricordiamoci che il suo obiettivo è portare i personaggi vivi alla forca e quindi li picchia e li sottomette per evitare che scappino e si ribellino.”

E’ veramente il film più politico di Tarantino?

Q.T.: “Il film è diventato politico ma inizialmente non era previsto. Soltanto quando i personaggi hanno cominciato a parlare e a dialogare, ho capito che c’erano accenni e riferimenti alla politica attuale. Mentre giravo il film tutto risultava collegato a quello che succedeva nella quotidianità.  A volte sei semplicemente  fortunato perché riesci a trovare il legame e la connessione allo Zeitgeist.”

Michael Madsen: “Credo sia possibile dare sempre una duplice interpretazione ai film di Quentin. Penso che i suoi film possano essere visti dal punto di vista politico o dal semplice punto dell’intrattenimento, sta a chi guarda decidere. Sin dai tempi de “Le Iene” o “Kill Bill” infatti troviamo il riflesso di quello che succedeva nella società e nella realtà del momento. E’ capitato parlare dei problemi e degli eventi della quotidianità, spesso i film di Quentin risolvono i problemi, piuttosto che proporli.”

Kurt Russell: “Credo che la cinematografia di Tarantino possa essere paragonata ad una ragnatela. Il mio è un personaggio che rappresenta l’America di un tempo, quel luogo in cui in tutto il mondo era risaputo che avresti avuto diritto ad un regolare processo. Il Boia (John Ruth) vuole onorare la pietra miliare del sistema giudiziario americano, il dare a tutti la possibilità di avere la propria giornata davanti ad un giudice e al tribunale.”

Michael Madsen : “Il fatto di ripetere continuamente termini considerati di disprezzo,“negro, negro, negro”, ha portato ad un certo sgonfiarsi della forza del termine tanto da svilirne il valore denigratorio. Mi piacerebbe che ciò fosse possibile anche nella società. Kurt ha espresso alla grande il significato di tutto ciò. Mio padre che è scomparso recentemente (venuto a mancare lo scorso dicembre), non ha sempre apprezzato i miei film ma avrebbe voluto davvero vedere The Hateful Eight. Lo desiderava molto.”

Questa presentazione è anche un motivo d’orgoglio per l’Italia. Sopratutto per la famiglia Leone che con la Leone Film Group e la collaborazione 01 Distribuition ha di fatto interrotto il monopolio delle major intorno a Tarantino. Cosa significa per voi?

Raffaella Leone: “Strapparlo ad una major è stata un’enorme soddisfazione. Abbiamo fatto di tutto per convincerlo e spero che questo sforzo, questa passione e questo amore siano ripagati con il successo in sala. Siamo malati di Tarantino, ci viene da lontano, c’è tanta similitudine con i film di nostro padre. Non solo con quelli, anche con l’amore e il rispetto che ha nei confronti del pubblico e per la sua competenza. Non sono mai film superficiali, sono sempre grande cinema, il cinema di un genio. Ci sono tanti bravi registi ma lui è qualcosa di diverso. Ringrazio tutti i presenti per la disponibilità.”

The Hateful Eight arriverà nelle sale italiane ufficialmente ldal 4 febbraio. Dal 29 gennaio sarà però possibile vederlo in 70mm Panavision presso il Teatro 5 degli studi di Cinecittà acquistando i biglietti presso il circuito autorizzato Ticketone.

Guarda le foto del photo call (Grazie a Thomas Cardinali) 

 

 

About Davide Belardo

Editor director, ideatore e creatore del progetto Darumaview.it da più di 20 anni vive il cinema come una malattia incurabile, videogiocatore incallito ed ex redattore della rivista cartacea Evolution Magazine, ascolta la musica del diavolo ma non beve sangue di vergine.

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