“The Accountant”, il nuovo film di Gavin O’Connor con Ben Affleck e Anna Kendrick, presentato alla Festa del Cinema di Roma 2016 e nelle sale italiane il 27 Ottobre con Warner Bros.
Christian Wolff è un contabile incredibilmente dotato con un particolare disturbo autistico. Incredibilmente intelligente, un genio della matematica praticamente infallibile con i numeri della contabilità, ma incapace di intraprendere relazioni sociali che vadano al di là della semplice cortesia. Contabile freelance per alcune delle più pericolose organizzazioni criminali del pianeta, l’uomo è ricercato dal Dipartimento Tesoro degli Stati Uniti. Mentre tenta di sfuggire al suo arresto, Christian in compagnia della sua collega Dana, dovrà anche difendersi della minacce di alcuni ex clienti.
Con una sceneggiatura talmente ridicola da mettere in dubbio le intenzioni della pellicola, “The Accountant” si segnala come uno dei titoli più divertenti e contraddittori dell’anno. Dalla storia pessima ai dialoghi imbarazzanti non si capisce se ridere con o del film, non essendo chiaro se la palese scarsezza di sostanza sia voluta o causata da una reale incompetenza. Il susseguirsi di eventi è macchinoso e inutilmente complicato mentre i personaggi scelgono azioni tanto prevedibili quanto insensate. Dialoghi imbarazzanti a parte, tutte le indagini e le intuizioni dei protagonisti, che in un thriller d’azione sono l’evento principale della trama, sono a dir poco incomprensibili e inutili. Gli intrighi di potere tra mafia e terroristi invece di avere un ruolo fondamentale sono un abbellimento complicato che toglie l’attenzione dai punti focali della trama.
Ciò che salva le sorti buie di “The Accountant” è la presenza di Ben Affleck. Il suo personaggio è meravigliosamente ridicolo e talmente caricato da mutare un thriller senza senso in thriller esilarante senza senso. Dalle situazioni goffe e ridondanti ai dialoghi pomposi e inutilmente epici, il suo Christian, con i suoi modi a dir poco particolari, è talmente fuori luogo da alleggerire il tono, sdrammatizzando situazioni altrimenti noiose. Il contrasto risulta ancora più piacevole e funzionante con la sua co-star, Anna Kendrick. Già sulla carta la coppia suona come una delle più strambe combinazioni di Hollywood, nel film tuttavia risulta talmente fuori luogo da esplodere in un tenero e inaspettato duo. Ben Affleck, come sempre inespressivo ai limiti dell’umanamente concepibile, fresco di trasformazione fisica conseguente ai suoi recenti ruoli di supereroe, è l’impacciato. La Kendrick fresca e brillante, acuta e quasi irritante, contrasta perfettamente colmando la mancanza di chimica con la tenerezza.
“The Accountant“ non è di sicuro un’opera intellettuale ma un action quasi sensibile che pur con i suoi limiti può piacere e divertire. Il protagonista è l’unico punto veramente positivo del film, anche se ovviamente è difficile che al suo massiccio seguito di “haters” possa piacere la sua prova. La sua inespressività trova finalmente il suo posto a Hollywood e si rende indiscussa protagonista: da difetto fatale a trionfo di immedesimazione. Le scazzottate e le sparatorie sono coreografate alla perfezione e ancora una volta Affleck si dimostra perfetto per il suo ruolo, ritornando supereroe e picchiando a destra e a manca con l’agilità di un ninja. Quello che supera perfino le scazzottate e le interpretazioni è comunque il twist finale. Sorprendente e assurdo, l’epilogo si prende il lusso di rimettere al suo posto alcuni pezzi altrimenti irrisolti della trama senza neanche risultare troppo forzato.
Commento Finale - 65%
65%
Un thriller senza senso, dalla trama banale con risvolti complicati. Realizzare un film su di un contabile che possa risultare piacevole è un'impresa titanica, quasi impossibile, ma "The Accountant" ci riesce grazie ad un Ben Affleck particolarmente azzeccato. La sua leggendaria inespressività trova il suo posto e dà alla pellicola tutto quello che nelle altre occasioni ha tolto: comicità, tenerezza ed emozioni. Le scazzottate frequenti non disturbano e invece di annoiare, danno colore al film. Magari non era intenzionale ma la pellicola risulta essere una divertente e leggera sequenza di assurde situazioni tipiche dei blockbuster americani.