“Sully”, il leggendario Clint Eastwood porta al cinema dal 1 Dicembre la straordinaria impresa del capitano Chesley “Sully” Sullenberger, che il 15 Gennaio 2009 salvò 155 vite umane compiendo un incredibile ammaraggio d’emergenza sul fiume Hudson.
Chesley “Sully” Sullenberger (Tom Hanks), è un capitano passato alla storia per aver effettuato un atterraggio di emergenza col suo aereo nelle acque gelide del fiume Hudson, salvando la vita a tutti i 155 passeggeri presenti a bordo. Definito il “Miracolo sull’Hudson” dall’opinione pubblica e dai media, il film ricostruisce le drammatiche ore vissute da Sully, finito sotto inchiesta dalle autorità che avviarono delle indagini che minacciarono di distruggere la sua reputazione e la sua carriera.
Il cinema di Clint Eastwood ha sempre avuto come obiettivo l’essere umano, le sue sfaccettature della psiche e del comportamento. Basti anche pensare solamente al suo penultimo film, “American Sniper“, che anche sfociando in un costante patriottismo, a tratti fin troppo calcato ed opprimente, analizza perfettamente le scelte di un uomo semplice davanti a problematiche più grandi del suddetto individuo, capaci di far diventare quest’ultimo una sorta di superuomo all’occhio pubblico e mediatico. “Sully” ripercorre certe tematiche, ma con maggior lucidità e concretezza, elemento che si era perso nelle sue opere più recenti. Ancor più che nella precedente pellicola, continua l’esaltazione delle abilità uniche dell’essere umano, non replicabili da nessuna macchina. Tale discorso viene portato avanti utilizzando come exemplum la figura del capitano Chesley “Sully” Sullenberger, incarnato da un Tom Hanks in grande spolvero e che punta ad aggiungere il terzo Oscar sul suo comodino.
Si assiste quindi ai tormenti e alle turbe psicologiche di un personaggio afflitto da dilemmi etici di enorme rilevanza, la cui abilità gli permette di meritarsi pienamente il titolo di Ubermensch contemporaneo; Eastwood però tiene a sottolineare quanto questo status attribuibile al capitano Sullenberger sia solamente la conseguenza di un’azione collettiva necessaria per la sopravvivenza dell’umanità. L’uomo, essendo per natura un animale sociale, risulta impossibilitato a caricare tutto il peso di una questione così delicata esclusivamente sulle spalle di se stesso, ha bisogno necessariamente dell’intervento di una collettività.
Girato completamente con cineprese Imax, formato coinvolgente che garantisce una completa “immersione”, “Sally” è un film capace di strabiliare il suo pubblico, esattamente come i passeggeri sopravvissuti in quel gelido pomeriggio di ormai 8 anni fa.
Commento Finale - 83%
83%
Clint Eastwood realizza il suo film più riuscito degli ultimi anni: un’esperienza visiva travolgente gestita da uno dei registi dalla visione d’insieme più lucida del XI secolo, il tutto contornato da un discorso antropocentrico sempre più attuale e necessario.