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Suffragette – Abbiamo incontrato, a Roma, la regista Sarah Gavron

Dopo essere stato il film di apertura al Torino Film Festival e aver aperto anche il London Film Festival, arriva nelle sale cinematografiche italiane con Bim – Cinema di Valerio de Paolis in occasione della Festa della Donna e dell’anniversario dei 70 anni del primo voto delle donne in Italia, il 10 marzo 1946, Suffragette,  il racconto degli anni caldi della lotta per l’emancipazione della donna in Inghilterra, che porterà le stesse alla conquista del voto.

Abbiamo incontrato, nella cornice della Casa del Cinema di Roma,  la regista del film Sarah Gavron, che ci ha raccontato l’iter del film, dall’idea alla realizzazione, una storia non conclusa in quanto i diritti acquistati dalle donne sono estremamente fragili: “Ero esterrefatta che una storia così straordinaria e potente non fosse mai stata raccontata in un film, le azioni fatte dalle suffragette hanno modificato e cambiato il corso della storia. Volevo raccontare temi che sono ancora oggi molto attuali, perché, anche nel nostro secolo, ci sono donne che lottano per vedersi riconosciuti diritti fondamentali. Volevo che tutti ricordassero quanta è stata dura la battaglia per ottenere questi diritti, quanto è fragile la loro tenuta, quanto sia recente la loro acquisizione e continuare a spronare le persone a difendere e a lottare per il loro diritto al diritto.”

Il film, che evidenzia le personalità e la forza di alcune donne che si impegnarono in una lotta per vedersi riconosciuto il proprio diritto di voto, vede pochissime figure maschili al suo interno: “Si, ci sono stati degli uomini che hanno sostenuto il movimento, ad esempio c’è il personaggio del marito della donna interpretata da Helena Bonham Carter e in lui convergono le tre figure maschili di tre mariti realmente esistiti. Ci sono stati alcuni esponenti del parlamento, di alcuni deputati che avevano sostenuto il movimento e poi c’è il personaggio del poliziotto che si basa su una figura realmente esistito che mentre fa di tutto perchè venga rispettata la legge, allo stesso tempo comincia a farsi qualche domanda, un personaggio quindi in transizione e poi c’è il marito di Maud che è intrappolato nelle convenzioni dell’epoca, è tanta la vergogna che prova ad avere una moglie che è entrata a far parte di questo movimento che fa quello che fa. C’è tutta una diversa gamma di uomini che abbiamo voluto presentare ma è pur vero che sono così rari i film sulle donne che non ci siamo preoccupate se avessero o no il ruolo centrale, volevamo che fossero le donne il centro della scena.”

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Suffragette prende spunto anche dal libro di Emmeline Pankhurst (interpretata nel film da Meryl Streep), l’attivista britannica che guidò il movimento suffragista tra la fine dell’Ottocento e i primi del Novecento, ma quello che colpisce è che siano state le donne del popolo le prime a ribellarsi: “Era piuttosto insolito in un Inghilterra in cui la divisione di classe era molto marcata vedere insieme le donne di tutte le classi sociali, unite in questo movimento. Ci ha stupito tantissimo, andando a studiare le lettere, i diari di queste donne del popolo dell’epoca, perchè sono le donne che hanno sacrificato di più, quelle che avevano di più da perdere rispetto alle rappresentanti della classe più alta, ogni volta che partecipavano ad una sommossa perdevano il lavoro e per loro il lavoro significava vita, sostegno economico completo. Abbiamo voluto tirarle fuori da questa tenebra in cui erano cadute proprio perchè sono le donne che più hanno militato e maggiori contributi hanno dato a questa lotta.” 

Il film fa conoscere una pagina di storia soprattutto ai giovanissimi che si vedono riconosciuti alcuni diritti senza sapere la lotta che c’è stata all’origine: “I giovani erano proprio il nostro obiettivo, non volevamo fare un film in costume, un film d’epoca. Importante era che fossero temi rilevanti nella nostra modernità. La cosa bella, dopo l’uscita del film, è stata proprio che molti giovani hanno innescato un dibattito politico su questo tema. La cosa straordinaria del cinema è che può abbattere ogni differenza di genere, di razza e creare un’unione e che quindi abbiamo potuto unire le reazioni di una serie di persone completamente differenti tra loro”

Per quanto riguarda la scelta del cast, Sarah Gavron ci svela: “Abbiamo impiegato 6 anni a scrivere la sceneggiatura ma sempre avevamo presente Carey Mulligan per il ruolo di Maud però non gliel’abbiamo detto finchè non abbiamo avuto la sceneggiatura in mano. Gliel’abbiamo mandata e pensavamo rispondesse non prima di un mese, invece due giorni dopo abbiamo ricevuto la chiamata dell’agente e l’abbiamo incontrata e nell’arco di 15 minuti lei ha subito accettato. Abbiamo assemblato l’intero cast intorno alla sua figura: Helena Bonham Carter è stata la seconda ma siccome lei ha un rapporto personale con il movimento delle suffragette in quanto il suo bis bis nonno era a supporto del Primo Ministro che è stato il nemico delle femministe, invece lei ha subito accettato. E poi abbiamo scelto Anne-Marie Duff dopo averla vista in uno spettacolo teatrale, è una donna che ha una grande verità nel rappresentare i suoi personaggi e ci piaceva mettere insieme attrici così diverse con qualità così diverse ma che potessero rappresentare le diversità delle donne che hanno costituito il movimento delle femministe. Volevamo poi, per il personaggio della Pankhurst, una donna che fosse un’icona così come lo è stata quella vera ed è stata proprio la Mulligan a suggerirci la Streep che ha aderito subito, ed è stata una grande sostenitrice del film. Più difficile è stato trovare gli uomini, ci rispondevano che non c’era molto da fare e noi gli rispondevamo: benvenuti nel mondo che le donne hanno frequentato per tanti anni.”

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Il voto alle donne è una conquista recente, e in molte parti del mondo le donne devono ancora combattere per ottenere i diritti più elementari: “Dobbiamo fare attenzione, dobbiamo ricordarci che i diritti che abbiamo oggi, li abbiamo conquistati recentemente con fatica e non dobbiamo darli per scontati. Dobbiamo votare, dobbiamo alzare la voce contro le iniquità, e dobbiamo guardare al resto del mondo dove ci sono donne che continuano a lottare per i diritti di base”

Per l’occasione, il Presidente del Premio Afrodite Cristina Zucchiatti Monteverde con Laura Delli Colli, Presidente del Sindacato Nazionale Giornalisti Cinematografici Italiani, hanno consegnato a Sarah Gavron un Premio Afrodite internazionale, a nome della Giuria che lo assegna ogni anno alle donne che si sono distinte nel cinema, nella fiction tv, nella comunicazione e nel giornalismo. Il film, uscito nelle sale italiane Giovedì 3 Marzo, sarà proiettato nella Sala della Regina alla camera dei deputati Domenica 6 Marzo nell’ambito della manifestazione Montecitorio porte aperte e farà un tour nella scuole accompagnato dal dibattito con importanti esponenti della cultura. Il tour che prenderà il via l’8 Marzo, avrà a Roma l’importante contributo di Dacia Maraini.

Leggi la recensione del film

About Federica Rizzo

Campana doc, si laurea in Scienze delle Comunicazioni all'Università degli Studi di Salerno. Web & Social Media Marketer, appassionata di cinema, serie tv e tv, entra a far parte della famiglia DarumaView l'anno scorso e ancora resiste. Internauta curiosa e disperata, giocatrice di Pallavolo in pensione, spera sempre di fare con passione ciò che ama e di amare follemente ciò che fa.

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