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Somnia – Recensione – Un Film di Mike Flanagan

Somnia, l’ultimo film di Mike Flanagan, il regista di Oculus, arriva nelle sale italiane dal 25 maggio per Koch Media.

Per tutti quelli che pensavano di rinfrescarsi dall’arrivo del caldo con un bell’horror, specifichiamo subito che Somnia non è un horror nel vero senso del termine. È più una favola dark e come tale andrebbe visto evitando così di rimanerne delusi.

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Somnia racconta la storia di una famiglia distrutta, quella di Jessie (Kate Bosworth)e Mark Hobson (Thomas Jane) che, dopo aver perso il figlio in un tragico incidente domestico, decidono di prendere in adozione Cody (Jacob Tremblay), un bambino di 8 anni che ha perso la mamma quando era molto piccolo e che ha vissuto gran parte della sua vita sballottato da una famiglia all’altra. Gli Hobson capiscono subito che Cody è un bambino speciale e che per via del suo passato traumatico ha iniziato ad aver paura di addormentarsi. Ben presto, quella che sembra essere la normale paura degli incubi che tutti i bambini hanno, si rivela qualcosa di decisamente diverso. Cody non vuole dormire perché ha il potere di far materializzare i suoi sogni. E così come è in grado di far apparire stupende farfalle è capace di far materializzare anche i mostri che popolano i suoi incubi.

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Il registro narrativo di Somnia non porta il pubblico a portare terrore. Quella che Somnia racconta è una favola in cui un bambino speciale deve combattere contro i suoi stessi mostri aiutato da una donna la cui vita è stata distrutta dalla perdita del figlio. È una storia in cui il salvatore è anche salvato, visto che Cody entra nella vita degli Hobson proprio per cercare di rimediare in qualche modo a quella perdita e ricominciare a vivere.

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Somnia è in tutto e per tutto un racconto fantastico dall’ambientazione cupa e fantasy, in cui il mondo onirico è potentissimo, e in cui il mondo dei sogni e quello reale si sovrappongono. È proprio grazie a questa sovrapposizione di mondi che Somnia riesce a trattare delle tematiche molto personali ed importanti: il dolore di una perdita (che sia di un figlio o di un genitore), il potere del perdono e del saper accettare di essere perdonati, la forza dell’amore di un genitore, fino ad arrivare a porre una domanda importantissima in modo molto lucido e naturale: si può sostituire un figlio? Altra tematica affrontata, non meno importante, anzi il perno su cui viene costruito il mostro creato da Cody, è la malattia: non a caso, il classico “uomo nero”, è reinterpretato dal bambino con “l’uomo cancro”, rendendo più razionale e realistica la paura della malattia vista dal punto di vista di un bambino.

Con Somnia, il regista Mike Flanagan continua il suo percorso di sperimentazione e di nuova chiave di lettura per il terrore. Del resto cosa c’è di più pauroso e doloroso nella vita di una perdita?

Regia: Mike Flanagan Con: Scottie Thompson – Thomas Jane – Kate Bosworth – Annabeth Gish – Dash Mihok – Jay Karnes – Kyla Deaver – Jacob Tremblay – Lance E. Nichols – Courtney Bell – Ginger McNamara – Justin Gordon Anno: 2015 Durata: 97 minuti Paese: USA Distribuzione: Koch Media 
Somnia, l'ultimo film di Mike Flanagan, il regista di Oculus, arriva nelle sale italiane dal 25 maggio per Koch Media. Per tutti quelli che pensavano di rinfrescarsi dall'arrivo del caldo con un bell'horror, specifichiamo subito che Somnia non è un horror nel vero senso del termine. È più una favola dark e come tale andrebbe visto evitando così di rimanerne delusi. Somnia racconta la storia di una famiglia distrutta, quella di Jessie (Kate Bosworth)e Mark Hobson (Thomas Jane) che, dopo aver perso il figlio in un tragico incidente domestico, decidono di prendere in adozione Cody (Jacob Tremblay), un bambino di 8 anni…
Commento Finale - 64%

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Somnia

Non è un film horror, o meglio è al confine. Una favola dark contemporanea, sulla perdita di un figlio, la ricerca di mettere insieme i pezzi di una famiglia e il perdono. La paura è una metafora che gira intorno alla perdita, all'amore di un figlio per una madre. Non tutto è riuscito ma il contesto resta intrigante...come raccontare una malattia in modo alternativo. Astenersi i fan dei salti dalla sedia e i cattivi alleati dei tempi dilatati

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