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Sense8 – Recensione della prima stagione

Sense8, la visione del mondo dai sensitivi di oggi: una delle più acclamate serie targate Netflix creata dai registi di Matrix: Lana e Lilly Wachowski con J. Michael Straczynski.. In attesa della seconda stagione scopriamo da dove nasce il suo successo. 

Otto menti sparse per il mondo legate però in modo indissolubile. Otto storie si intrecciano tra di loro, ognuna con un passato difficile alle spalle. Con queste premesse Sense8 si distingue fin da subito per la sua originalità. In realtà però ogni personaggio rappresenta e racchiude qualità necessarie per aiutare un altro membro, creando così verso la fine della stagione un’unica anima che agisce e pensa.

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In questo senso Will (Brian J. Smith), Riley (Tuppence Middleton), Wolfgang (Max Riemelt), Kala (Tina Desai), Nomi (Jamie Clayton), Lito (Miguel Angel Silvestre), Capehus (Aml Ameen) e Sun (Doona Bae) sono i protagonisti di questa serie tv dai toni paranormali; il passaggio da un personaggio all’altro è repentino, soprattutto quando avviene il contatto tra due di loro. La scelta da parte del regista di far intervenire in prima persona uno dei protagonisti quando mette a servizio la propria mente e le proprie capacità è sicuramente interessante; l’effetto non è quello di creare confusione (come si potrebbe pensare) ma di mettere allo stesso piano tutti e otto i protagonisti, senza dare più spazio ad uno rispetto che ad un altro.

Lo scopo è fronteggiare una misteriosa organizzazione che si occupa di neutralizzare i sensitivi, capeggiata da Whispers (Terrence Mann), anch’egli della loro specie. La peculiarità di Whispers è quella di riuscire a insinuarsi nella mente di chiunque incroci il suo sguardo.

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La prima serie è composta di dodici episodi di circa 45-50 minuti l’uno. Pochi episodi che però non rendono per nulla la trama affrettata, accompagnandoci ad un finale di stagione pieno di suspense e aspettativa. Cosa più importante il finale è perfettamente in linea con l’idea di base che permea Sense8, lasciandoci quindi volutamente la nostra curiosità insoddisfatta ma assolutamente privi di delusione.

L’unica cosa che si potrebbe obiettare è la crudezza di alcune scene non fondamentali, che però contribuisce a dare quel tocco di realismo che rende Sense8 ancora più accattivante. Le storie d’amore a distanza tra i personaggi per poco non rientrano in una sorta di narcisismo, ben espresso in una delle scene più carnali della serie.

Sense8 risulta quindi riuscitissima sia a livello di trama che a livello di caratterizzazione dei personaggi. Particolarmente toccante è la storia di Nomi, e il discorso che la donna fa a Lito. Emozioni a non finire anche per gli spettatori insomma, che in qualche modo si sentono anch’essi sensitivi, legati ai protagonisti.

Sense8, la visione del mondo dai sensitivi di oggi: una delle più acclamate serie targate Netflix creata dai registi di Matrix: Lana e Lilly Wachowski con J. Michael Straczynski.. In attesa della seconda stagione scopriamo da dove nasce il suo successo.  Otto menti sparse per il mondo legate però in modo indissolubile. Otto storie si intrecciano tra di loro, ognuna con un passato difficile alle spalle. Con queste premesse Sense8 si distingue fin da subito per la sua originalità. In realtà però ogni personaggio rappresenta e racchiude qualità necessarie per aiutare un altro membro, creando così verso la fine della…
Commento finale - 90%

90%

Serie assolutamente da non perdere, coinvolgente e mai banale. La caratterizzazione dei personaggi è accurata e la trama, oltre ad essere ricca di spunti di riflessioni, è ben ideata.

User Rating: 4.1 ( 2 votes)

About Edoardo Fasano

Studente di matematica e appassionato di serie tv. Continua a sperare che i suoi personaggi preferiti non muoiano, invano. Ascolta un po' di tutto, vede un po' di tutto.

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