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Seconda Primavera di Francesco Calogero – Recensione Film

A quindici anni di distanza dal suo ultimo film per il grande schermo, Il Metronotte interpretato da Diego Abatantuono, Francesco Calogero torna dietro la macchina da presa per dirigere Seconda Primavera, film che, suddiviso in sei diversi atti – prende il via dal primo inverno per arrivare alla seconda primavera del titolo – racconta cronologicamente la storia di quattro personaggi rappresentativi ciascuno di un’età diversa della vita.

Diviso in sei capitoli ad evidenziare come il nostro modo di attraversare la vita cambi col passare degli anni, Calogero sembra essere interessato a mostrarci la mutevole interpretazione di una realtà spesso contraddittoria. Così, attraverso i ricordi di ogni personaggio, assistiamo al racconto della notte di San Silvestro quattro volte , da ottiche diverse con piccole contraddizioni e sovrapposizioni. Il regista sembra concentrato, inoltre, nell’ analisi della mutazione dei rapporti e dei comportamenti dei protagonisti al passaggio da un ambiente oppressivo e metropolitano come quello cittadino al rigoglioso giardino della villa, scenario vivo del film, mutevole anch’esso e soggetto a mutamenti. Anche l’allegoria di un giardino pronto a rifiorire resta lì inerme e inutilizzata. Il filosofico diventa banale, l’esistenziale didascalico, e il simbolismo (quello potenziale incarnato dalle viole, da una stagione di nuovo in fiore, e dalle citazioni piuttosto fuori luogo e tempo massimo a Hitchcock, De Andrè, e altri grandi) diviene confusione in un’opera che sicuramente non riesce bene a rendere quello che essenzialmente avrebbe voluto raccontare.

La recitazione appare fin troppo amatoriale ed approssimativa e i personaggi di contorno, spesso poco credibili e stereotipati. Nonostante ciò, i due protagonisti, interpretati da Claudio Botosso e Desirée Noferini, riescono fortunatamente a farsi carico del peso dei propri personaggi, regalando in più di un’ occasione un’ intesa solida e convincente. Una spanna sopra tutti il sempre divertente e travolgente Nino Frassica, protagonista di alcune simpatiche comparsate. Spingendo volutamente sulle citazioni letterarie a voler enfatizzare la poeticità dell’impianto della pellicola, Seconda primavera risulta un’opera piuttosto confusa, senza nessuna risoluzione delle storie che fa intrecciare, puntando troppo spesso la propria lente su banali e fin troppo caricati intrecci sentimentali attraverso una sopravalutata linea melodrammatica.

About Federica Rizzo

Campana doc, si laurea in Scienze delle Comunicazioni all'Università degli Studi di Salerno. Web & Social Media Marketer, appassionata di cinema, serie tv e tv, entra a far parte della famiglia DarumaView l'anno scorso e ancora resiste. Internauta curiosa e disperata, giocatrice di Pallavolo in pensione, spera sempre di fare con passione ciò che ama e di amare follemente ciò che fa.

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