Dopo aver dato alla luce pellicole come “The Interview” e “Cattivi Vicini”, quei due matti di Seth Rogen ed Evan Goldberg tornano alla ribalta con “Sausage Party: vita segreta di una salsiccia”, film d’animazione politicamente scorretto ed irriverente, riservato esclusivamente agli adulti.
Un salsiccia di nome Frank, doppiata in originale dallo stesso Seth Rogen, vive in preda d una crisi esistenziale perché desidera ardentemente unirsi, nel senso letterale del termine, ad un panino di nome Brenda (Kristen Wiig), e scoprire cosa si celi nel Grande Oltre, luogo magico dove i prodotti alimentari vengono scelti dai clienti e posti all’interno del loro carrello della spesa. Dopo una serie di eventi sfortunati, però, Frank e compagni apprenderanno l’amara verità: non esiste alcun futuro idilliaco, soltanto morte e distruzione causata dalla vorace fame degli esseri umani. Bisogna dunque ribellarsi a questa situazione oltraggiosa e cercare di prendere una posizione.
Che “Sausage Party: vita segreta di una salsiccia” fosse una pellicola volutamente aggressiva e ricolma di linguaggio scurrile, lo avevamo capito sin dal trailer di debutto. Seth Rogen e compagni hanno dato vita ad una vera e propria parodia del genere d’animazione disneyano, a cui tutti siamo abituati da tempo, mettendo in scena delle gag irriverenti e sfrontate. Basti pensare al fatto che nel film compare una gomma masticata su sedia a rotelle, identica a Stephen Hawking e dei prodotti alimentari di chiara religione ebrea e musulmana. L’umorismo a sfondo sessuale, poi, abbonda a profusione e vedere hot dog, verdure e cibarie di ogni genere cimentarsi in una violenta orgia ed una lavanda vaginale che tenta lo stupro, alla lunga può condurre alla saturazione.
Lodevole solo in parte, dunque, il tentativo di stigmatizzare la società americane a tutto ciò che la circonda, dalla politica alla religione, a chi più ne ha più ne metta. Il concetto chiave di questo film è quello di godersi la vita, senza freni inibitori, perché la fine è attesa per tutti, esseri umani e non, ma il problema è che scade, a lungo andare, in un anticonformismo molto blando. Si denota ancora una volta, infatti, uno dei punti di debolezza stilistici e narrativi di Seth Rogen, il quale aveva già traballato con “The Interview“. Peccato ci abbia messo più di otto anni per realizzare questa pellicola perché ci saremmo aspettati un prodotto molto più solido e compatto.
A conti fatti possiamo dire che “Sausage Party: vita segreta di una salsiccia” è una pellicola che risulta mancare il suo obbiettivo di essere provocatoria al punto giusto. L’alto tasso di riferimenti sessuali e linguaggio scurrile sono un grosso schiaffo in faccia al fintoperbenismo della società odierna ma, a lungo andare, il tutto si assottiglia come una frittata mal girata all’interno di una padella. South Park, per citarne uno a caso, avrebbe saputo fare di meglio usufruendo delle tematiche trattate.
Commento Finale - 65%
65%
Sausage Party
Sausage Party è una pellicola riuscita a metà, forse una delle meno ispirate di Seth Rogen nonostante quest'ultimo ci abbia messo tanti anni per realizzarla. La critica verso la società e la cultura americana risulta blanda e stantia, condita da linguaggio scurrile e riferimenti sessuali espliciti che snaturano l'idea di base. Povere salsicce.