“Come saltano i pesci” di Alessandro Valori ci racconta la storia di Matteo, un giovane che invece di inseguire il suo sogno è costretto a fare i conti con i segreti che la sua famiglia ha tenuto nascosti nel cassetto per molti anni. Distribuito da Multivideo al cinema dal 31 Marzo.
“Come saltano i pesci” sembra un’accozzaglia di perle di saggezza sparpagliate senza criterio, grandi insegnamenti impartiti da personaggi assolutamente poco adatti ai quali certe parole in bocca risultano decisamente poco credibili. E’ un misto tra “Don Matteo” e “Dawson Creek”, più che un film sembra una fiction nella quale la drammaticità è accentuata da dialoghi strappalacrime e musiche approssimative, usate male e senza criterio. Le metafore costanti non sono credibili, tropo macchinose per essere pensate e dette lì per lì, non fanno che aumentare i difetti di messa in scena. Il tutto risulta molto poco naturale, non aiutato da una recitazione non particolarmente brillante. La regia non è ai livelli di un lungometraggio: tra riprese fuori fuoco, cadute senza sonoro e un montaggio del video e del suono assolutamente approssimativo non si può dire che il lavoro sia stato svolto bene. Il budget è di certo ridotto ma questo non impedisce di fare un film preciso che quantomeno non abbia gli standard di una fiction. Il dialogo è messo in primo piano e le immagini sono totalmente trascurate, Valori non cerca nemmeno di raccontare la trama in maniera filmica, lasciando tutto ai monologhi deliranti dei vari personaggi.
La trama in realtà lascia immaginare chi sa quale grande rivelazione. Chi sa quale sarà il segreto capace di scombussolare gli equilibri di una famiglia? Si spera in un colpo di scena che lasci tutti di stucco ma questo purtroppo non avviene e la sorpresa tanto anticipata è rivelata quasi in sordina. Le premesse iniziali per un buon film ci sono ciò nonostante vengono man mano a sgretolarsi, sopraffatte da una scrittura poco focalizzata e tanto pretenziosa. L’unica nota positiva è il personaggio di Giulia (Maria Paola Rosini): l’unica credibile nel ruolo che interpreta, porta un po’ di simpatia e spontaneità in un mare di interpretazioni mediocri. Le sue battute sono ben scritte e soprattutto ben recitate. Nel complesso lei risulta un intermezzo “comico” perfettamente riuscito.
Tra cliché e dialoghi banali e inutilmente saggi “Come saltano i pesci” non mantiene le aspettative e si rivela una pellicola colma di carenze. La storia è abbastanza banale, sicuramente guadabile se si abbassano gli standard e ci si accontenta di un prodotto poco curato e che profuma mai come in questo caso di già visto.
Commento Finale - 50%
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“Come saltano i pesci” sembra un’accozzaglia di perle di saggezza sparpagliate senza criterio, grandi insegnamenti impartiti da personaggi assolutamente poco adatti ai quali certe parole in bocca risultano decisamente poco credibili. E’ un misto tra "Don Matteo" e "Dawson Creek", più che un film sembra una fiction nella quale la drammaticità è accentuata da dialoghi strappalacrime e musiche approssimative, usate male e senza criterio. Tra cliché e dialoghi banali e inutilmente saggi “Come saltano i pesci” non mantiene le aspettative e si rivela una pellicola colma di carenze.
Non penso tu sia stata molto attenta, presupponendo tu l’abbia visto, dal momento che esordisci presentando “Marco”, anzichè Matteo. Critica gratuita.
Buonasera Anna, grazie per la segnalazione del nome del protagonista. In attesa di una replica di Alice, che ha visto il film e seguito la conferenza stampa per noi, ti posso dire che non trovo giusto mettere in discussione una critica, giusta o sbagliata che sia, solo per uno scambio di nome tra Marco e Matteo. Nessuno film recensito su Daruma viene criticato, in modo positivo o negativo, senza prima essere visto.
Cara Anna, prima di tutto Marco e Matteo sono nomi molto simili, facili da confondere e dubito che tu ricordi i nomi di tutti i personaggi di tutti i film che vedi. In ogni caso non credo che lo sbaglio di un nome comprometta la recensione. Secondo poi il film l’ho visto, è evidente, se no non vedo come avrei potuto scriverne quattrocento parole dettagliate a riguardo. La mia critica non è gratuita, è semplicemente il commento elaborato e sincero che ho maturato dopo la visione del film, quello che è gratuito invece è forse il tuo commento. Non vedo come possa essere costruttivo denigrare il parere di una persona, considerando che le pellicole generano percezioni soggettive. Mi dispiace che la mia critica ti abbia in qualche modo offeso ma oggettivamente non credo di dovermi sentire in colpa per le mie opinioni.