I quattro sciamani del rock Mick, Keith, Ronnie e Charlie tornano con la loro carica rivoluzionaria, sovversiva e dirompente al cinema, scuotendo il Sud America e le sue secolari contraddizioni: questo racconta Paul Dugdale nel suo documentario The Rolling Stones Olé Olé Olé! : A Trip Across Latin America.
I Rolling Stones sono tornati ad invadere il cinema. Dopo svariate incursioni nel corso degli anni (tra documentari, omaggi, interpretazioni e cammei) è il regista Paul Dugdale a far vibrare di nuovo i potenti riff di chitarra delle loro canzoni con il documentario The Rolling Stones Olé Olé Olé! : A Trip Across Latin America, presentato nella Selezione Ufficiale dell’undicesima edizione della Festa del Cinema di Roma 2016; un vero e proprio on the road itinerante e pioneristico alla scoperta del misterioso ed affascinante Sudamerica, in una cavalcata selvaggia tra contraddizioni e meraviglie ancora inesplorate.
Attingendo a piene mani da una grammatica visiva tipica delle avanguardie anni ’60-’70, Dugdale segue ufficialmente gli Stones durante il loro ultimo tour: dieci tappe passando dal Cile all’Argentina, all’Uruguay, il Messico, il Perù fino alla meta definitiva: quel concerto gratuito tenutosi il 25 Marzo 2016 a Cuba e che ha segnato uno spartiacque nella storia del paese, sancendo la sua definitiva apertura verso nuovi orizzonti dopo 80 anni di embarghi, divieti e privazioni.
La scelta di Dugdale di utilizzare uno stile grezzo, scarno, poco patinato, anarchico nel gusto delle inquadrature e del punto di vista adottato, non fa altro che confermare la tesi fondamentale sottesa all’intero documentario: il potere anarchico e sovversivo del puro Rock ‘n Roll è ancora capace di inquietare i governi repressivi e dittatoriali, e continuerà a farlo finché quest’ultimi avranno una ragion d’essere. Non è un caso se proprio queste genere musicale è il primo ad essere vietato: l’anarchia insita in parole, testi ma soprattutto atteggiamenti è un pericolo sovversivo per lo status quo delle cose. E chi meglio dei Rolling Stones, la band più longeva, la più irreprensibile e scandalosa, può incarnare tale minaccia? Dietro il ghigno mefistofelico di Keith Richards e Mick Jagger si nasconde la possibilità – e la speranza – per tante persone di potersi finalmente emancipare dai poteri forti, affermando il “proprio” stile di vita e la propria indipendenza. La macchina da presa di Dugdale scruta volti, espressioni, entusiasmi e lacrime dei fan, che oltre al fanatismo nascondono speranze e desideri che, in una realtà contraddittoria come il Sud America, spesso sono stati affidati alla musica e al ritmo.
The Rolling Stones Olé Olé Olé! : A Trip Across Latin America è la conferma ulteriore che nel mondo ci sono ancora troppi paesi che cercano di liberarsi da anni di oppressioni – e repressioni – attraverso la libertà d’espressione; ma soprattutto che I Rolling Stones, dopo cinquant’anni di carriera e compiuti i settant’anni d’età, possono ancora ricoprire il loro ruolo di “sciamani onorari del Rock ‘n’ Roll” con la loro carica sovversiva, eccessiva, dirompente e sfacciata.
Commento Finale - 80%
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Per The Rolling Stones Olé Olé Olé! : A Trip Across Latin America, il regista Paul Dugdale sceglie di attingere ad una grammatica visiva tipica delle avanguardie anni ’60-’70, seguendo ufficialmente gli Stones durante il loro ultimo tour attraverso il Sud America: Il documentario è la conferma ulteriore che nel mondo ci sono ancora troppi paesi che cercano di liberarsi da anni di oppressioni - e repressioni - attraverso la libertà d’espressione incarnata dalla musica (spesso rock, con la sua vena anarchica), ma soprattutto che I Rolling Stones, dopo cinquant'anni di carriera e compiuti i settant'anni d’età, possono ancora ricoprire il loro ruolo di “sciamani onorari del Rock ‘n’ Roll” con la loro carica sovversiva, eccessiva, dirompente e sfacciata.