“Rock Dog”, di Ash Brannon è un film ispirato al romanzo grafico cinese”Tibetan Rock Dog di Zheng Jun, nato da una coproduzione tra Stati Uniti e Cina. Presentato alla recente Festa del Cinema di Roma, si rende disponibile nelle sale Italiane dal 1 dicembre 2016 per la distribuzione di M2 Pictures, con una colonna sonora originale tradotta in italiano e interpretata da Giò Sada.
Bodi (Luke Wilson) è un giovane mastino tibetano che vive in un villaggio tra le montagne, destinato a seguire le orme paterne come guardiano di un gregge di pecore. Bodi ha altre aspirazioni e quando una radio cade letteralmente dal cielo, decide di trasferirsi nella grande città per diventare una rock star. Alla ricerca di un mentore e di una band, si caccerà nei guai e ne emergerà testardo, alla ricerca del suo valore come musicista.
Caratterizzato inizialmente da uno stile d’animazione curato e lontano dal mainstream del cartone moderno, realizzato con disegni un po’ stilizzati ma pieni di carattere, con il proseguito della narrazione, “Rock Dog“, ci immerge in un look digitale sciatto e dalla scarsa definizione. Il design dei personaggi è frettoloso e chiaramente non al passo con gli studi e i loro film più blasonati. Appare fin da subito evidente che “Rock Dog” è un prodotto destinato alla consumazione veloce. Fatto senza troppa cura ne originalità, con una storia riciclata che non dice nulla di nuovo. La trama è molto semplice, per non dire prevedibile, con personaggi e situazioni fortemente ispirati ad altri prodotti d’animazione. La struttura è quella tipicamente fiabesca dei tre atti, arricchita dalle tipiche figure e situazioni della narrativa classica, alle quali ad un certo punto va ad aggiungersi una nota stridente: la magia. A quanto pare i personaggi, del tutto ordinari, riescono a compiere misteriose mosse che gli permettono di attivare dei poteri magici. Una storia assolutamente poco credibile anche nel contesto in cui ci si trova, e una scorciatoia semplice e pigra che crea solo confusione.
La morale appare evidente e sviscerata nei primi due minuti di film, intorno alla quale è costruita un’architettura bizantina di strane gag comiche che ampliano un concetto detto e finito all’inizio del film. I luoghi della vicenda sono sostanzialmente due, la città e la montagna tibetana, e le storie che si svolgono in questi rispettivi luoghi sono molto diverse e a tratti inconciliabili.
Nonostante i difetti palesi del cartone, primo fra tutti l’assoluta mancanza di originalità e umorismo, offre di un plot facile da seguire e fruibile dal giovane pubblico. Una storia che potrebbe risvegliare l’attenzione dei più giovani amanti della musica, che troveranno in “Rock Dog” un prodotto con validi contenuti musicali (sia originali che non), accompagnati da un’esaltazione e un invito alla realizzazione artistica personale.
Commento Finale - 50%
50%
Un prodotto dal consumo veloce, design e animazione sciatti e trama assolutamente ordinaria. Come cartone non entusiasma anche se la storia molto semplice e l’utilizzo della musica potrebbero fare breccia nel pubblico più giovane.