“La ragazza del mondo”, opera prima di Marco Danieli pluripremiata ai recenti festival, ora nelle sale italiane con Bolero Film
Quello di Giulia (Sara Serraiocco) è un mondo antico e sospeso, fatto di rigore e testi sacri, che esclude con ferocia chi non vi appartiene. Libero (Michele Riondino) vive invece il mondo di tutti gli altri: di chi sbaglia, di chi si arrangia cercando un’altra possibilità e di chi ama senza condizioni. Quando Giulia incontra Libero scopre di poter avere un altro destino tutto da scegliere.
Con “La ragazza del mondo“, Danieli porta in scena tanti temi caldi. Primo su tutti quello dell’identità e della crescita come costruzione della persona: Giulia è una ragazza che diventa donna con lo scorre della pellicola. Direttamente collegato alla tematica dell’identità è il primo amore. Perché quello di Giulia è il regno dell’autoritarismo, dell’ortodossia religiosa è quello dei Testimoni di Geova.
Pur essendo un’opera di formazione, “La ragazza del mondo“, non è una pellicola facile. E’ dura e violenta, soprattutto se guardata con gli occhi di una donna, perché entra nell’intimità di una persona che si deve mettere a nudo di fronte ad una comunità in cui tutti devono sapere. In prima battuta potrebbe sembrare un’opera di denuncia ma a ben vedere non lo è e non vuole esserlo. Non è un giudizio del mondo dei Testimoni di Geova ma una testimonianza rigorosa, realistica ed onesta dei fatti in cui si cercia d mettere in evidenza sia aspetti controversi che elementi più normali.
“La ragazza del mondo” è una riflessione lucida sull’eterno conflitto tra autorità e libertà, tra chiusura ed apertura, tra desiderio e peccato, tra l’essere quello che si vuole diventare e quello che ci si aspetta che siamo. Una riflessione schietta su cosa significa essere credenti, giusta o sbagliata che sia una religione, e di come non sia “solo” una questione di appartenenza ma qualcosa che coinvolge sinceramente e profondamente. Per seguire la sua fortissima spinta evolutiva, Giulia sconvolge la sua vita: abbandona il suo luogo sicuro (la congregazione e la famiglia, rivestite da un involucro di bontà e gentilezza) per uscire nel “Mondo”, luogo di perdizione e sporcizia, per vivere la sua storia d’amore. Libero è il simbolo della libertà, dell’apertura, è il catalizzatore del cambiamento.
Eppure l’evoluzione interiore della protagonista è meno veloce di quanto sia il suo agire: non smette di essere testimone di Geova anche se dissociata dalla congregazione. Non si sradica completamente dalle sue radici ma porta il suo credo religioso nella vita quotidiana, come qualcosa di salvifico e rassicurante, come qualcosa da cui ripartire pur facendo parte del “Mondo”.
Commento Finale - 81%
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Una intensa storia d'amore a cui si contrappone l'autorità, la voglia di far parte del "Mondo". La crescita e l'evoluzione di una ragazza che diventa donna. L'eterno dilemma tra desiderio di libertà, spinta verso il cambiamento e massimo autoritarismo. Dal 9 novembre al cinema.