Herbert Ballerina, al secolo Luigi Luciano, dopo i tanti successi televisivi, al suo primo ruolo cinematografico da protagonista in Quel bravo ragazzo, commedia bonaria e divertente che proietta il suo sempliciotto e goffo personaggio in un mondo più grande e ostile.
Sancendo l’allontanamento di Herbert Ballerina dall’orbita “Capatondiana”, e proiettando il suo goffo e ingenuo personaggio in un mondo lontano e ostile, Quel bravo ragazzo, primo ruolo da protagonista al cinema di Luigi Luciano, ruota attorno alla decisione di un potente boss mafioso di lasciare in punto di morte il suo regno in eredità a Leone, figlio mai conosciuto, vissuto per oltre trent’anni in un orfanotrofio. Ovviamente l’ingenuità di Leone, ai limiti della stoltezza, provocheranno una serie di turbamenti all’interno del microcosmo di guardie e ladri con il quale si ritroverà a interagire.
Unendo ironia, nonsense e situazioni improbabili, Quel bravo ragazzo è un buon film comico che, giocando soprattutto con l’umorismo da slapstick comedy di Ballerina – una miccia che in ogni scena esplode a tradimento sorprendendo tutti con una parola, un ammonimento o un tono fuori luogo e per questo esilarante – funziona pur non essendo dissacrante e invece rimanendo bonario e rassicurante.
Oltre alla comicità sono presenti anche alcuni argomenti interessanti: un’ovvia ridicolizzazione della mafia, ben riuscita, che però non è il perno su cui ruota la pellicola; la presa in giro dei social network e dell’era di internet (una delle idee più geniali della pellicola), una finestra sull’ingenuità e sul candore, ormai quasi del tutto persi, che permette di vedere il mondo in modo diverso, esaltato dalle scene in cui Leone interagisce con i “clienti” della mafia e con i mafiosi stessi. Quel bravo ragazzo trova, inoltre, nei personaggi di Tony Sperandeo, Enrico Lo Verso e Ninni Bruschetta spalle su cui potersi tranquillamente adagiare: infatti i tre attori, navigati ed esperti del genere e del cinema italiano in generale, forniscono tra i momenti più interessanti della commedia.
Senza nessuna velleità intellettuale, non mirando a sovvertire il mondo o a dire qualcosa di originale sul presente che viviamo, Quel bravo ragazzo è un film scorrevole e gradevole che mira a divertire grazie sopratutto al cast e al suo protagonista che risulta essere molto efficace. Un esordio che trova la sua vena autentica seppur parlando ad un pubblico mediamente educato a tali stili di comicità.
Commento finale - 68%
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Quel bravo ragazzo
Sancendo l’allontanamento di Herbert Ballerina dall’orbita "Capatondiana", e proiettando il suo goffo e ingenuo personaggio in un mondo lontano e ostile, Quel bravo ragazzo, esordio al cinema di Luigi Luciano, ruota attorno alla decisione di un potente boss mafioso di lasciare in punto di morte il suo regno in eredità a Leone, figlio mai conosciuto, vissuto per oltre trent’anni in un orfanotrofio. Unendo ironia, nonsense e situazioni improbabili, Quel bravo ragazzo è un buon film comico che, non mirando a sovvertire il mondo o a dire qualcosa di originale sul presente che viviamo, trova la sua massima espressione nella bonarietà e nell'efficacia del suo protagonista. Buona la prima.
Il film “Quel bravo ragazzo” è terribile!!! Non ricordo di aver visto un film peggiore. Una comicità troppo stupida da far cadere le braccia! Mi è sembrata la bruttissima copia di Jonni Stecchino. Scene insipide e battute scontate. Veramente bruttissimo!!!