“La notte del giudizio – Election Year”, il terzo capitolo della notte dello sfogo, arriva al cinema con l’obbiettivo di ottenere il meritato successo di pubblico ottenuto con i primi due sorprendenti episodi.
Stanca della violenza annuale con la quale assassini e malviventi si riversano nelle strade di tutto il paese, la senatrice Charlie Roan (Elizabeth Mitchell), si candida con l’obbiettivo di porre fine alla notte dello sfogo. In un clima di insicurezza sul futuro della “sanguinosa manifestazione”, che richiama anche tantissimi turisti assetati di sangue, gli avversari politici della Roan (i “Nuovi Padri Fondatori d’America”), decidono di assassinare la loro avversaria per mettere fine alla ribellione politica. Non hanno fatto tuttavia i conti con l’ex sergente Leo Barnes (Frank Grillo), ora guardia del corpo della senatrice che farà di tutto per proteggerla.
Dal 2013 il regista e sceneggiatore James DeMonaco e i produttori Jason Blum e Michael Bay, consegnano gli spettatori la loro catastrofica visione del degrado sociale e culturale della società a stelle e strisce. Una comunità spinta all’odio per il prossimo: dalla miseria, frustrazione e privazione. Con La notte del giudizio – Election Year, continua la rappresentazione di un paese corrotto in cui il tasso di criminalità e di povertà è ridotto al minimo, grazie alla nascita della “Notte Dello Sfogo”. Dodici ore all’anno (dalle 19:00 alle 07:00 del giorno successivo) in cui qualunque attività criminale è permessa. Una notte dove redimere peccati e peccatori, attraverso lo scorrere del sangue. Un atto di libertà sociale privo di umanità, creato con lo scopo di sterminare i poveri e crescere il potere dei ricchi.
Dopo un primo capitolo realizzato come un classico e riuscitissimo Home Invasion con protagonista Ethan Hawke, il secondo episodio ci ha permesso di scendere in strada e di osservare da protagonisti la follia omicida. Questa terza puntata riprende concettualmente dalla fine del secondo episodio, in cui si intravedevano i primi segni di ribellione, spalleggiati oggi da una donna politica orfana della sua famiglia, barbaramente trucidata nello sfogo anni prima. Un episodio in cui viene definitivamente messo in discussione un evento sadico realizzato per permettere ai ricchi di prosperare.
Come per i suoi predecessori La notte del giudizio – Election Year, si avvale di un’idea semplice per rappresentare in modo provocatorio; il declino, il degrado e la depravazione della società moderna. Scene d’azione di routine, violenza e depravazione sono alla base di un film solido che fa della sua linearità concettuale il suo miglior pregio. Narrativamente basico, il progetto di DeMonaco conquista ancora una volta per la sua capacità di delineare la violenza in un’accattivante messa in scena; fatta di maschere, sangue, schizofrenia e ritmo serrato. La conferma di un franchising accattivante, realizzato in economia, privo di vera originalità e concepito con l’unico vero obiettivo possibile: intrattenere lo spettatore. Ci riesce discretamente anche questa volta.
Commento Finale - 65%
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Con La notte del giudizio - Election Year, continua la rappresentazione di un paese corrotto in cui il tasso di criminalità e di povertà è ridotto al minimo, grazie alla nascita della "Notte Dello Sfogo". Dodici ore all'anno (dalle 19:00 alle 07:00 del giorno successivo) in cui qualunque attività criminale è permessa. Questa terza puntata riprende concettualmente dalla fine del secondo episodio, in cui si intravedevano i primi segni di ribellione, spalleggiati oggi da una donna politica orfana della sua famiglia. Narrativamente basico, il progetto di DeMonaco conquista ancora una volta per la sua capacità di delineare la violenza in un'accattivante messa in scena; fatta di maschere, sangue, schizofrenia e ritmo serrato.