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Onda su onda di Rocco Papaleo – Recensione Film

Partendo da temi tanto cari al suo cinema: viaggio, cambiamento, insoddisfazione, catarsi, Rocco Papaleo torna al cinema con Onda su onda,  suo terzo lavoro da regista, ritrovando al suo fianco Alessandro Gassman che aveva già scelto in Basilicata coast to coast. Se lì i protagonisti viaggiavano attraverso una terra nota ma da riscoprire, qui si approda in un luogo lontano e quasi sconosciuto: l’Uruguay.

Due uomini completamente diversi, un cantante di mezz’età fallito che non ha mai raggiunto le luci della ribalta, un cuoco affascinante e misterioso che da anni non scende dalla nave su cui è imbarcato, un viaggio, una giovane donna alla ricerca del suo passato, uno scambio di identità e segreti che lentamente si svelano. L’ambiente ristretto della nave e la durata del viaggio ben si prestano a mostrare le peculiarità dei protagonisti, costretti dalle circostanze ad un’interazione forzata. Gli imprevisti che accompagnano poi il loro arrivo in città porterà due uomini tanto diversi ad una reciproca comprensione. Questi, dunque, gli ingredienti che si susseguono e a tratti si mescolano in Onda su onda, una commedia agrodolce che forse vuol raccontare troppe cose, ed in parte ci riesce pure. Ma troppi ingredienti hanno come risultato una zuppa dai troppi sapori.

Una commedia tra reale e surreale, tra divertimento e malinconia, che ha il suo punto di forza nei due protagonisti e nella loro interazione comica. È questa a dare ritmo e vivacità al film, soprattutto nella prima parte e nel finale, dove la vicenda si scioglie passando con leggerezza anche sui risvolti amari. Interessante appaiono inoltre l’elemento comico del film Massimiliano Gallo e la new entry femminile Luz Cipriota che da freschezza e profondità alla storia. Peccato che nella parte centrale, il susseguirsi degli eventi appare meccanico proprio laddove ci si aspetterebbe di essere coinvolti dallo spessore dei personaggi, di approfondire il loro vissuto. La figura di Ruggero resta in buona parte enigmatica, sul suo passato aleggia il mistero oltre i titoli di coda. Anche Gilda finisce per essere un personaggio aleatorio, nonostante lo spessore della figura femminile raccontata permettesse ulteriori sviluppi.

La fotografia che esalta la poeticità del mare e delle spiagge di Montevideo, insieme all’atmosfera decadente di una città fatta di edifici eterogenei, ultramoderni e coloniali, rende Onda su onda un film gradevole, ma diverte solo a tratti, non riuscendo a trovare l’equilibrio giusto tra battute e sentimento. Alla fine è la malinconia a prevalere su tutto impadronendosi di troppe parti del film  e non permettendogli di raggiungere una vera completezza narrativa.

About Federica Rizzo

Campana doc, si laurea in Scienze delle Comunicazioni all'Università degli Studi di Salerno. Web & Social Media Marketer, appassionata di cinema, serie tv e tv, entra a far parte della famiglia DarumaView l'anno scorso e ancora resiste. Internauta curiosa e disperata, giocatrice di Pallavolo in pensione, spera sempre di fare con passione ciò che ama e di amare follemente ciò che fa.

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