Prodotto da Alessandro Siani, in collaborazione con Cattleya e Rai Cinema e distribuito dalla 01 Distribution, Troppo Napoletano porta sul grande schermo sapori e colori partenopei attraverso una tenera storia d’amore tra un ragazzino di estrazione umile ed una ragazzina benestante di Posillipo.
Avventura cinematografica per le strade di Napoli nata da un’idea di Alessandro Siani, per la regia di Gianluca Ansanelli, Troppo Napoletano ha come protagonista un ragazzino di nome Ciro, interpretato dal talentuoso Gennaro Guazzo, residente nel rione Sanità, che si innamora di una fanciulla appartenente invece ad una famiglia benestante di Posillipo. Due le storie d’amore su cui si incentra la pellicola: quella che coinvolge i due giovani protagonisti, e in parallelo quella tra la vedova Serena Rossi, ex fiamma di un neo melodico, e l’imbranato psicologo infantile che si occupa del figlio, interpretato da Luigi Esposito, conosciuto come Gigi del duo comico della trasmissione Made in Sud, Gigi e Ross.
Uno “scugnizzo” e la figlia di un “chiattillo” sono il fulcro di questa storia che racconta gli scenari di una Napoli, colorata e vivace esaltata splendidamente dalle immagini, che vive di due anime: snob e con la puzza sotto il naso, aristocratica, benestante, quella del Vomero e di Chiaia e quella più popolare, generalmente identificata con i Quartieri Spagnoli o come viene detto nel film “Napoli Napoli”.
Folkloristica e verace come una cartolina di altri tempi, Ansanelli riesce a connotare senza stereotipi e volgarità le caratteristiche che rendono unica Napoli grazie sopratutto ad un cast ben curato e caratterizzato anche nei ruoli secondari. Nonostante non interpretino se stessi Gigi e Ross, per la prima volta sul grande schermo, risultano molto credibili nei loro rispettivi ruoli, Serena Rossi sfoggia tutta la sua napoletanità in ruolo che le permette di esprimersi come attrice e anche come cantante in un’intermezzo in cui regala qualche minuto di musica agli spettatori. E come non menzionare il fantastico “maestro di vita” interpretato da un favoloso Giovanni Esposito e il vicino di casa che tutti vorremmo avere Gianni Ferreri.
Attraverso gli occhi del piccolo protagonista, e in un rincorrersi continuo tra poesia e fantasia, Troppo Napoletano ci porta alla scoperta della straordinaria realtà di questa città, perché non esiste “un’altra Napoli” ma soltanto napoletani diversi. A completare il quadro, poi, ci pensa la musica: da alcuni brani di Rosario Miraggio che incorniciano alcuni momenti del film, ad altri inediti scritti da Siani stesso tra cui un rap davvero pieno di energia cantato da Clementino.
Con una trama semplice che dall’inizio alla fine non è mai volgare seppur spiccatamente comica, Troppo Napoletano scorre con leggerezza trasportato dai buoni sentimenti tipici delle favole. Come nella migliore tradizione dei film anni sessanta ambientati a Napoli musica, ballo, buona cucina e sentimenti semplici allieteranno gli spettatori con risate a tutto spiano riuscendo anche raccontare, in modo delizioso, uno spaccato della città partenopea.
Commento finale - 65%
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Commedia deliziosa, Troppo Napoletano porta sul grande schermo sapori e colori partenopei attraverso una tenera storia d'amore tra un ragazzino di estrazione umile ed una ragazzina benestante di Posillipo. Colorata, vivace, divertente come la Napoli che racconta ed esalta, la pellicola riesce a connotare senza stereotipi le caratteristiche che rendono unica Napoli grazie sopratutto ad un cast ben curato anche nei ruoli secondari.