Montedoro – Passato e malinconia: quando ritornare alle proprie origini diventa un viaggio profondo dentro sé stessi
Montedoro è una pellicola capace di creare un ponte, un legame tra passato e presente e di innescare in noi la nostalgia di qualcosa che è stato. Il film è ispirato alla storia vera di una donna che, a metà della sua vita, si ritrova a percorrere il viale della memoria in un percorso a metà tra sogno e realtà. La protagonista è una signora americana che scopre di avere le proprie radici a Montedoro, in Basilicata, e si inizia proprio con il viaggio in treno di questa donna non solo attraverso le pianure del meridione italiano ma anche dei propri ricordi dell’infanzia in America. È il tassista che incontrerà successivamente a tessere per primo le lodi di questo posto, un posto che agli occhi di molti apparirà spoglio, insignificante e privo di interesse, mentre in realtà è ricco di tradizioni, passioni e bellezza.
Durante la visione sembra di essere tornati ai tempi in cui le nonne lavavano il bucato a mano e in cui la fonte di luce principale era una candela vicino al camino. L’assenza parziale di una colonna sonora e l’incedere lento e silenzioso del film sembrano catapultarci in un passato lontano e bucolico che sembra non appartenerci, una dimensione in cui si deve camminare in punta di piedi per non svegliare nessuno. I dialoghi sono quasi assenti e sostituiti da alcuni ma non numerosi, monologhi che ci permettono di riflettere creando un legame tra il pubblico e la terra stessa, vera ed indiscussa protagonista del film.
Il filone principale si riassume perfettamente in una frase recitata verso la fine: “il passato non può più tornare”. Ed è proprio questo il punto: l’opera ci insegna a fare pace con le nostre origini e con noi stessi, a lasciarci travolgere dal passato ma anche a guardare avanti senza paura di dimenticare.
Commento Finale - 60%
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Un viaggio in un territorio fantasma dalle verità nascoste, consigliato per i nostalgici che non hanno timore di guardare dentro sé stessi e al di là della superficialità.