I fratelli Vanzina tornano sul grande schermo con Miami Beach, una commedia vacanziera corale ambientata tra le strade di Miami, meta sempre più gettonata dagli italiani, e soprattutto tra le mura dell’Università americana luogo di divertenti vicende per gli studenti italiani che vi approdano. Una commedia garbata e gradevole che apre ufficialmente la stagione estiva.
Quarant’anni di carriera per i fratelli Vanzina che, con Miami Beach, tornano in una delle loro location predilette: gli Stati Uniti, già esplorati nel recente Mai Stati Uniti del 2013 , ma anche nei molto più lontani Vacanze in America del 1984 e Sognando la California datato 1992. Stavolta pretesto sono soprattutto i giovani italiani che si avventurano nelle università americane e di conseguenza tutti quelli, genitori compresi, che si ritrovano lungo le vie di Miami, meta ormai gettonatissima dagli emigrati del Bel Paese.
Pellicola corale vacanziera, divisa in più episodi che si intrecciano attraverso il motore della commedia degli equivoci, Miami Beach intreccia le storie di protagonisti eterogenei uniti dal denominatore comune della location. Giocato su gag non originalissime ma che sono ormai consolidate nel panorama della commedia italiana, il film viene esaltato da un Max Tortora in grande forma che, nonostante lo stereotipato personaggio che interpreta, convince grazie ad una grande alchimia comica con una Paola Minaccioni nei panni di un’inedita snob milanese. Da applausi insomma Tortora, al terzo film coi Vanzina, gli unici che riescono a farlo rendere in questo modo. Convincono meno i due ragazzi Filippo Laganà e Camilla Tedeschi, sia per la love story tra i corridoi del campus che nei risvolti della vicenda prevedibilissima e scialba.
Nonostante l’intento di volerne fare una “college comedy”, in Miami Beach di universitario c’è poco e niente, se non una misera festicciola lontana da ciò che siamo abituati a vedere dei college americani, una biblioteca in cui studiare e qualche ripresa dal cortile del campus. Il film vira quasi immediatamente sul rapporto genitori-figli e su tematiche prettamente italiane. In questo contesto narrativo si inserisce l’episodio in cui un goffo Ricky Memphis coadiuvato dallo scaltro scansafatiche Emanuele Propizio, gira per feste e festicciole alla ricerca della figlia (una trascinante Neva Leoni), scappata a Miami con due amiche per assistere ad un festival dei DJ. negli States.
Leggero, spensierato, garbato e mai volgare, Miami Beach riesce a laurearsi come gradevole. Per chi cerca una storia dolce, di esotismo da cartolina, con la sua parte di comicità e il giusto insieme di meccanismi ben oliati che costruiscono le fondamenta del comedy show dei fratelli più longevi della commedia italiana.
Commento finale - 60%
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Miami Beach
Garbata, leggera e spensierata, Miami Beach è la commedia vacanziera dei fratelli Vanzina che apre ufficialmente la stagione cinematografica estiva. Nonostante l'intento di voler raccontare il mondo degli studenti italiani nei campus americani, il film vira fin da subito su vicende prettamente italiane e sul rapporto genitori-figli lungo le strade di Miami. Strepito Max Tortora in coppia, ormai collaudata, con un'inedita Minaccioni, snob milanese. Una commedia gradevole in grado di far passare un'ora e mezza di completa leggerezza.