Man in the Dark, riporta al cinema il fascino e la tensione degli Home Invasion invertendo i ruoli di vittime e carnefice.
Rocky (Jane Levy), Alex (Dylan Minnette) e Money (Daniel Zovatto), sono tre giovani topi di appartamento che si introducono all’interno dell’ennesima casa per commettere l’ennesimo crimine. Pur di abbandonare Detroit i tre ragazzi sono pronti a tutto, anche a svaligiare la villetta di un veterano della guerra del Golfo (Stephen Lang), rimasto cieco durante l’ultima missione, che ha incassato un risarcimento a sei zeri dopo il tragico incidente in cui ha perso l’unica figlia. Considerate le condizioni precarie del padrone di casa dovrebbe essere un colpo facilissimo, ma le cose non vanno esattamente come pensavano…
Dopo il remake de “La Casa“, il regista e sceneggiatore uruguaiano Fede Alvarez torna al cinema, ancora una volta prodotto dalla Ghost House Pictures di Sam Raimi, con un thriller di matrice horror che rimescola sensibilmente le carte in tavola del genere Home Invasion, amalgamandolo a sua volta con gli slasher movie, attraverso un ribaltamento dei ruoli. Non è ovviamente la prima volta che gli invasori diventano le vittime, basti pensare all’indimenticabile “La Casa Nera” del compianto maestro Wes Craven al quale “Man in the Dark” è oggettivamente debitore, tuttavia la capacità del regista di giocare con la tensione, con i jump scare e i colpi di scena mantengono vivo l’interesse fino al suo epilogo.
“Man in the Dark” è , da qui il titolo originale “Don’t Breathe” (Non Respirare), impongono lo spettatore in un clima claustrofobico. Alvarez rivitalizza il genere, attraverso la capacità di delineare con astuzia e furbizia la suspense, l’utilizzo di sensi come l’udito e l’olfatto, senza dimenticare i momenti in cui stemprare la tensione con qualche battuta o situazione grottesca.
“Man in the Dark” è una masterclass di tensione e colpi di scena, confezionata con attenzione, passione e indubbio talento per il genere.
Commento Finale - 78%
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Dopo il remake de "La Casa", Fede Alvarez, torna al cinema con un thriller di matrice horror che rimescola sensibilmente le carte in tavola del genere Home Invasion. Gli spazi angusti di una casa poco illuminata, l'impossibilità di fare rumore e respirare impongono lo spettatore in un clima claustrofobico. Confezionato con attenzione, passione e indubbio talento per il genere. Un Home Invasion come Dio comanda.