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L’Ultima Parola – la vera storia di Dalton Trumbo di Jay Roach – Recensione Film

Non sono in molti a conoscerlo oppure a ricordarsi di lui, eppure Dalton Trumbo è stato uno degli sceneggiatori più famosi e quotati di sempre. Ha scritto celeberrime pellicole come “Vacanze Romane“, “Spartacus” e “Kitty Foyle – ragazza innamorata“, che tutti di certo avranno almeno sentito una volta nella vita. Tuttavia dietro a questo sceneggiatore di successo e a queste pellicole da Oscar si nasconde una torbida storia di (in)giustizia americana, fatta di lotte al comunismo e liste di prescrizione, di carcere e di privazione di diritti.

Dalton Trumbo infatti è stato uno di quegli intellettuali vittime del Comitato per le Attività Antiamericane, che ha portato centinaia di innocenti ad essere accusati per le loro idee di stampo comunista apparentemente pericolose e incompatibili con lo spirito americano. Una vicenda degna del miglior Gerge Orwell, se non fosse che è realmente accaduta negli anni ’50. Queste accuse sfociavano in processi sommari, licenziamenti, incarcerazioni e, dopo tutto questo, con l’iscrizione del nome del condannato in una apposita lista di prescrizione che impediva, per chiunque ci fosse all’interno, di continuare a svolgere una vita dignitosa. La lista, infatti, impediva agli iscritti di potersi reinserire, dopo gli anni passati in prigione, nel tessuto socio-lavorativo: erano letteralmente ostracizzati, ghettizzati e discriminati per una loro presunta differenza ideologica…

In questo contesto si colloca la storia del film diretto da Jay Roach e scritto da John McNAmar. Bryan Cranston – in una interpretazione che, per buona pace del Nostro Redivivo, è davvero da Oscar – è il burbero Dalton Trumbo che, dopo aver passato alcuni anni in gattabuglia, si muove tra le maglie delle liste di prescrizione per cercare in qualche modo di lavorare e di guadagnare i soldi necessari alla sopravvivenza della sua famiglia, dopo essere stato lo sceneggiatore più pagato negli anni ’40. Gli scippano due Oscar, gli commissionano sceneggiature di merda, lavora sotto pseudonimi, accetta tutte le ingiustizie senza mai perdersi d’animo, fino a un epilogo liberatorio e necessario. Il ritmo della pellicola è incalzante e il tono che Roach decide di dare alla vicenda vira spesso verso la commedia; il mondo che gira attorno a Trumbo è divertente, cinico e affascinante e il tutto è orchestrato senza sbavature di alcun tipo.

Non c’è molto da dire: “L’ultima parola – la vera storia di Dalton Trumbo” è il classico bel film, che non ha particolari guizzi registici o narrativi, ma che riesce a incollare lo spettatore allo schermo e a farlo appassionare alle vicende raccontate. Cranston, inoltre, ha un carisma e una recitazione così magnetica che non gli si riesce a staccare gli occhi di dosso, e in lui non c’è prevaricazione, divismo o sfoggio di bravura: è semplicemente e naturalmente bravo. E ogni tanto questi tipi di film sono necessari a farci ricordare che il cinema, prima di essere il territorio di individualismi, è soprattutto lavoro di squadra che nasce dall’amore per la narrazione di storie importanti. Di quelle che lasciano a bocca aperta.

About Lorenzo Giovenga

Lorenzo Giovenga è un giovane regista italiano. Esordisce nel 2009, insieme al collega e amico Giuliano Giacomelli, col lungometraggio horror “La Progenie del Diavolo“. Insieme, sempre nel 2009, firmano anche i cortometraggi “Pianto Rosso” e “Voce dall’Inferno“. Nel 2011 fonda insieme a Giuliano Giacomelli e Lucio Zannella la Rec-Volution Lab.

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