Lo and Behold – Internet il futuro è oggi, l’ultimo film del maestro Werner Herzog nei cinema italiani dal 6 ottobre 2016
Werner Herzog è uno dei cinefili più prolifici della storia della settima arte, sempre a cavallo tra film e documentario, tra capolavoro ed errore epocale. Uno così puoi amarlo od odiarlo e chi scrive, lo ammetto, appartiene alla prima categoria. Nella fattispecie amo il Werner Herzog documentarista, con quel suo sguardo dissacrante ed anarchico, pronto a cogliere il dettaglio più bizzarro, a volte utile al racconto, a volte deus ex machina della più clamorosa uscita dai binari della narrazione.
Sempre in bilico tra il materiale ed il metaforico, abile a giocare con gli sguardi ed a porre le domande che, spiazzando l’interlocutore, riescono a centrare il punto in maniera non convenzionale.
La sua ultima fatica si intitola Lo and Behold – Internet: il futuro è oggi, ed è un’indagine che, partendo dalle origini di internet, si interroga sul futuro che aspetta l’umanità ed il nostro pianeta, in bilico tra l’innovazione ed i limiti etici e strutturali che sarebbe utile porsi per non andare incontro alla denaturazione umana. Un mondo che, in poco meno di 50 anni, è passato dal laborioso trasferimento di due lettere, L ed O (la terza, G, che avrebbe composto la parola LOG rimase a metà strada a causa del crash delle macchine), tra due università distanti qualche centinaio di chilometri ad un’interconnessione h24 tra miliardi di utenti, presenta inevitabilmente sfide, affascinanti innovazioni e crescenti difficoltà.
Herzog, col suo inconfondibile stile disilluso e curioso allo stesso tempo, incontra pionieri e scienziati, persone che a causa di internet ed onde magnetiche si sono ammalate ed altre che hanno deciso di rifiutare l’incontrollabile velocità del progresso contemporaneo, disegnando un futuro che somiglia sempre di più a Terminator, dove l’unica cosa che possiamo attenderci è, al culmine dello sviluppo tecnologico, il crash mondiale dovuto ad eventi esterni o la completa sostituzione dell’uomo da parte delle macchine.
Tecnicamente ineccepibile, come sempre, mai prolisso, accattivante ed interessante, Lo and Behold non fa altro che confermare la vena da fantastico documentarista del regista tedesco, sorprendente in ogni sua manifestazione, anche nel presentare un prodotto sobrio, divertente ed inquietante, per i risvolti, allo stesso tempo.
Luddismo o ricerca? Etica del limite o ricerca incondizionata? Non possiamo fare a meno di porci domande del genere, immaginando i sottili occhi bavaresi di Herzog, compiaciuti per aver instillato la scintilla del dubbio tra i suoi spettatori. Da vedere e rivedere, soprattutto in giorni come questi, in cui ci rendiamo conto di come la dittatura social possano rovinare vite e reputazioni, veicolare opinioni e nominare leader, cambiare il nostro modo di informarci e di studiare, arricchendolo e limitandolo allo stesso tempo, con generazioni sempre più incapaci di porsi filti ed interrogativi utili alla fruizione sana d’un mezzo di infinite potenzialità.
Commento Finale - 75%
75%
Sappiamo che il Bavarese si ama o si odia, ama il film e sguazza nel documentario. Spesso surreale, mai banale, sempre provocatorio. In questa ultima fatica si interroga sul futuro del.mondo in un epoca di sfrenato progresso informatico. Terminator o progresso? Di sicuro il film è ben fatto