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Lights Out Terrore nel buio – Recensione – Un Film di David F. Sandberg

L’estate horror 2016 di Warner Bros. prosegue al cinema con l’uscita di “Lights Out”, interessante esordio diretto da David F. Sandberg e prodotto da James Wan (L’evocazione- The conjuring 2)

Rebecca (Teresa Palmer) pensa di essersi lasciata alle spalle il passato tormentato da sua madre Sophie (Maria Bello) e da tutti i suoi incubi di bambina. Crescendo i ricordi su cosa fosse reale e cosa no si confondono; ma quando il suo fratellino Martin (Gabriel Bateman) le racconta che dalla misteriosa morte del padre, Paul (Billy Burke), non riesce più a dormire perché accadono cose inspiegabili e terrificanti, Rebecca è costretta a ripercorrere il suo passato e ad arrivare in fondo alla questione. Supportata da Bret (Alexander Di Persia), il suo ragazzo, la giovane inizierà ad indagare sul passato di sua madre. Tutto diventa reale, il mostro che la tormentava da bambina è tornato, più forte, più arrabbiato e deciso a non permettere a nessuno di separarlo da Sophie.

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Nel 2014 un cortometraggio di poco più di 2 minuti intitolato Lights Out impazzava nel web e diventava campione di visualizzazioni. Un successo che ha reso possibile il suo arrivo nelle sale italiane, previsto per il 4 agosto 2016, nella sua versione cinematografica. Il semplice divertimento casalingo di David F. Sandberg e di sua moglie Lotta Losten, diventa oggi l’idea centrale di ottanta minuti di “terrificante divertimento”. Ottanta minuti in cui le luci si accendono e si spengono, lasciandoci intravvedere qualcosa che forse è solo frutto della nostra immaginazione.

Questo è quello che succede da bambini. E se anche da grandi dovessimo iniziare ad aver paura del buio? Se quel qualcosa che potrebbe essere solo uno scherzo della nostra mente fosse reale? Cosa c’è di più terrificante che ritrovarsi improvvisamente nell’oscurità?

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Lights Out inizia subito forte e ci fa entrare in contatto con la paura; il momento di tranquillità che spesso precede l’incubo è assente. Il terrore di Lights Out inizia appena le luci in sala si spengono: il buio è una delle nostre paure ancestrali ed il film gioca semplicemente con esso. La nostra vita è appesa a un filo, o meglio, è legata a un interruttore, perché se siamo esposti alla luce siamo in salvo.

Il Buio è morte la Luce è vita. Le vite di tutti i protagonisti dipendono da una fonte di luce.

Perché la luce è così importante e cos’è che tormenta tanto i personaggi? La risposta è un nome inciso con le unghie sul pavimento, pronunciato sempre più spesso da Sophie, donna altamente instabile e depressa, forse schizofrenica. In Lights Out l’essere che ci terrorizza è un’ombra di nome Diana (Alicia Vela-Bailey), una creatura che si nasconde nel buio e che cerca di distruggere chiunque la ostacoli. Diana è un’entità fisicamente fortissima, agile, si muove in modo che rende difficile intuire il suo arrivo, si nasconde negli angoli bui, rimane appesa al soffitto e striscia sul pavimento.

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Lights Out ci racconta una storia che esplora diverse tematiche che vanno al di là del semplice horror. La componente soprannaturale è quella che dà la spinta alle vicende di una famiglia distrutta da relazioni disfunzionali, dal dolore provocati dalla depressione di Sophie: il peggiorare della sua condizione è visibile e progressivo durante tutto l’arco narrativo. Sophie e la sua patologia sono il fulcro della vicenda: ama incondizionatamente la sua famiglia ma deve combattere con la perdita della ragione, che forse è il vero e proprio incubo. La cosa affascinante di Lights Out è che Diana, non solo rappresenta un’entità soprannaturale ma può essere considerata l’impersonificazione della malattia mentale e del dramma che essa porta con sé. Non solo della persona che ne è affetta ma anche di chi la circonda.

In Lights Out, l’impronta di James Wan è molto forte; ritroviamo molti degli elementi che caratterizzano i suoi film: primo su tutti lo humor e quella sorta di comicità che spezza la tensione, in questo caso affidati tutti al personaggio di Alexander Di Persia, il fidanzato che in un classico film horror sarebbe il primo a non uscirne vivo o a darsela a gambe. E poi la casa, il riflesso primario della condizione di Sophie. Una casa possente e severa esternamente, al cui interno tutto è cupo, in cui tutte le finestre sono oscurate da pesanti tendaggi in modo da non far passare la luce.

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Lights Out non è il film horror dell’anno, è acerbo tuttavia è quel tipo di pellicola che ci piace. Conosciamo chi ci sta minacciando e quali sono i suoi “trucchi” ciò nonostante l’astuto gioco delle luci aiuta a mantenere alta la tensione, ad essere sempre sul chi va là.

Alla fine di Lights Out cercherete una fonte di luce accesa. Nel frattempo: Non spegnete la luce!

Regia: David F. Sandberg . Con: Teresa Palmer, Gabriel Bateman, Maria Bello, Alexander DiPersia, Billy Burke,Lotta Losten, Anno: 2016 Durata: 80 Min Paese: Usa Distribuzione: Warner Bros. Pictures 
L’estate horror 2016 di Warner Bros. prosegue al cinema con l’uscita di "Lights Out", interessante esordio diretto da David F. Sandberg e prodotto da James Wan (L’evocazione- The conjuring 2) Rebecca (Teresa Palmer) pensa di essersi lasciata alle spalle il passato tormentato da sua madre Sophie (Maria Bello) e da tutti i suoi incubi di bambina. Crescendo i ricordi su cosa fosse reale e cosa no si confondono; ma quando il suo fratellino Martin (Gabriel Bateman) le racconta che dalla misteriosa morte del padre, Paul (Billy Burke), non riesce più a dormire perché accadono cose inspiegabili e terrificanti, Rebecca è costretta a ripercorrere il suo…
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Dal 4 agosto ricordatevi di non spegnere le luci! Arriva al cinema il film esordio di David F. Sandberg e prodotto da James Wan. Un gioco di buio e luce vi accompagnerà in 80 minuti di alta tensione, in cui sarete inseguiti da Diana, una delle ombre più inquietanti con cui avete mai avuto a che fare. E ricordatevi di portare sempre con voi una torcia con le batterie cariche!

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2 commenti

  1. Non sarà il film dell’anno ma é una bella sorpresa: a volte piccole idee possono dare grande spettacolo horror.

    • Si, non è il film dell’anno ma è stata comunque una bella sorpresa che è in linea con le tematiche di molti horror che abbiamo visto ultimamente. Io personalmente vorrei vedere un prequel sulla storia di Diana: sarebbe fantastico!

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