In un lussuoso hotel in Germania sta per riunirsi un G8 dei ministri dell’economia volto ad approvare una manovra fondamentale per le sorti di alcuni paesi. Un evento tragico e inaspettato, però, interrompe l’assemblea e sconvolge i ministri. Questo il tema de “Le Confessioni” che vede un cast corale internazionale di tutto rispetto capitanato dal nostro Toni Servillo.
A tre anni dall’ultimo film Viva la libertà, Roberto Andò torna al cinema presentando una nuova pellicola, “Le Confessioni”, che analizza ancora una volta il potere, questa volta uscendo dai confini peninsulari ed agendo a livello internazionale. In un lussuoso hotel in Germania, i ministri dell’economia di ogni paese stanno per riunirsi un G8 che si rivelerà decisivo per le sorti di alcuni paesi. Un fatto inaspettato e la presenza di un Monaco, interpretato da Toni Servillo, cambieranno le sorti di questo incontro.
Con “Le Confessioni”, Andò torna a narrare la politica e tenta di portarci all’interno di un mondo segreto e per certi versi affascinante come quello del dietro le quinte delle decisioni che influenzano le dinamiche mondiali, tema molto importante ed attuale in momenti di crisi come quello che stiamo vivendo. Il regista contrappone due mondi: quello dei Ministri, ossia, i simboli di un regno impenetrabile e oscuro, quello dell’economia, un sistema in rovina, senza rotta o direzione; e quello spirituale, di un monaco, personaggio silenzioso, paradossale ed inafferrabile, caratterizzato da una forte spiritualità e, allo stesso tempo, capace di afferrare i reali problemi delle persone che lo circondano e immune al potere politico.
Il film, che tenta di essere un thriller psicologico, parte bene, con un forte alone di mistero che si propaga nelle stanze dell’hotel, in cui si ambienta interamente la vicenda, per poi perdersi man mano che la narrazione si esplicita soprattutto a causa del “mistero” piuttosto inconsistente che deve essere svelato. Il piano estetico ben costruito della pellicola che rimanda fortemente alle immagini sorrentiniane è il lato meglio riuscito dell’opera che si perde nei meandri dell’eticità che vuole comunicare.
“Giocando” con l’idea di segreto attraverso due prospettive diverse: quella ineffabile del potere economico e quella che attraverso il silenzio difende il diritto dell’essere umano alla propria libertà, “Le Confessioni”, porta sullo schermo uno spaccato di attualità e fa riflettere sia sul ruolo dei politici che di tutti noi, con i nostri scheletri nell’armadio, le nostre debolezze e i nostri dubbi.
Commento finale - 60%
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Caratterizzato da atmosfere "sorrentiniane" e dialoghi sospesi, Le Confessioni indaga l'idea di segreto da due prospettive diverse: quella ineffabile del potere economico e quella che attraverso il silenzio difende il diritto dell'essere umano alla propria libertà. Svolgendosi interamente in un hotel durante un summit dei grandi poteri economici del mondo, il film, connotato da un forte alone di mistero, va via via perdendo l'essenza iniziale, per rivelarsi più moralistico di quanto ci si aspetti.
Io sono una fan di Roberto Andò, devo dire che è in grado di raccontare le storie in una maniera semplice ma coinvolgente e tutte le recensioni che sto leggendo mi stanno facendo morire di curiosità in attesa di vedere questo nuovo film.
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