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La ragazza senza nome – Recensione – Un Film di Jean-Pierre e Luc Dardenne

Dopo la tiepida accoglienza al Festival di Cannes, La ragazza senza nome di Jean-Pierre e Luc Dardenne arriva nelle sale italiane con un taglio di 7 minuti rispetto all’originale. Il cinema neorealista e asciutto dei Dardenne si mescola, in questa nuova opera, con un’atmosfera mistery e d’indagine che accompagna i noir più classici.

Palme d’Oro per Rosetta nel 1999 e L’enfant nel 2005, reduci da un’accoglienza tiepida all’ultimo Festival di Cannes, i fratelli Jean-Pierre e Luc Dardenne tornano sul grande schermo con La ragazza senza nome, pellicola che fonde la loro anima di cinema neorealista e sociale ad una, inedita, di mistery e d’indagine, ponendoli per la prima volta a cospetto di un’insolito noir. Jenny Davin è un medico di famiglia che, una sera, un’ora dopo l’orario di chiusura del suo ambulatorio, sente qualcuno suonare alla sua porta, ma decide di non aprire. Venuta a conoscenza della morte della ragazza, lacerata dai sensi di colpa, Jenny intraprende una tormentata e meticolosa indagine per restituire alla scomparsa la dignità di un nome, di un’identità, brandelli di giustizia negata e liberare il peso enorme che grava sul suo cuore.

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Jean Pierre e Luc Dardenne, campioni di un cinema sociale, confermano con La ragazza senza nome la tendenza di guardare soprattutto alla condizione umana in determinate situazioni sociali di aiuto e di riscatto. Molta la carne al fuoco: l’idea della colpa, il senso di responsabilità morale, il diritto all’identità, ad essere riconosciuti, ingabbiata nella struttura narrativa di un thriller e abbozzata in una messa in scena asciutta e rigorosissima: una cura della forma e della sostanza che guarda alla grande lezione del neorealismo.

La formula è rigida, il racconto schematico e vive degli stessi motivi di sviluppo che si susseguono con costanza durante tutta la durata del film. Ciò che più si rimprovera a La ragazza senza nome è l’assoluta mancanza di pathos e di tensione. Un thriller senza scatti emotivi, che vive soprattutto grazie alla grande interpretazione di Adèle Hanel, presente sullo schermo dal principio alla fine del film senza mai stancare, e che consegna il ritratto dignitoso di una giovane donna che orienta le sue azioni ad una moralità ben precisa, ispirata dalla colpa e dalla responsabilità.

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Un’ottima struttura narrativa e una squisita semplicità formale sono i pregi de La ragazza senza nome opera che evidenzia un ritratto schietto di una condizione umana che viene raccontata nel rocambolesco girovagare che la giovane Jenny compie per ricomporre, alla fine, il delicato mosaico che spiegherà cosa sia realmente accaduto ed abbia provocato la morte di una persona, giovane donna, di colore, senza nome.

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Regia: Jean-Pierre Dardenne e Luc Dardenne Con: Adèle Haenel, Jérémie Renier, Olivier Gourmet, Fabrizio Rongione, Thomas Doret, Christelle Cornil Anno: 2016 Durata: 106 Min. Paese: Belgio Distribuzione: Bim Distribuzione
Dopo la tiepida accoglienza al Festival di Cannes, La ragazza senza nome di Jean-Pierre e Luc Dardenne arriva nelle sale italiane con un taglio di 7 minuti rispetto all'originale. Il cinema neorealista e asciutto dei Dardenne si mescola, in questa nuova opera, con un'atmosfera mistery e d'indagine che accompagna i noir più classici. Palme d’Oro per Rosetta nel 1999 e L’enfant nel 2005, reduci da un'accoglienza tiepida all'ultimo Festival di Cannes, i fratelli Jean-Pierre e Luc Dardenne tornano sul grande schermo con La ragazza senza nome, pellicola che fonde la loro anima di cinema neorealista e sociale ad una, inedita, di mistery e…
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La ragazza senza nome

Accolto in modo tiepido al Festival di Cannes, La ragazza senza nome di Jean-Pierre e Luc Dardenne mescola lo stile neorealista e asciutto tipico dei due registi ad un'atmosfera mistery e d'indagine che accompagna i noir più classici. Nonostante manchino dei sobbalzi emotivi e momenti in cui il phatos della narrazione dovrebbe accelerare, l'ultima creatura dei Dardenne riesce a consegnare il ritratto dignitoso di una giovane donna che orienta le sue azioni ad una moralità ben precisa, ispirata dalla colpa e dalla responsabilità.soprassalti di dignità.

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About Federica Rizzo

Campana doc, si laurea in Scienze delle Comunicazioni all'Università degli Studi di Salerno. Web & Social Media Marketer, appassionata di cinema, serie tv e tv, entra a far parte della famiglia DarumaView l'anno scorso e ancora resiste. Internauta curiosa e disperata, giocatrice di Pallavolo in pensione, spera sempre di fare con passione ciò che ama e di amare follemente ciò che fa.

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