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La pelle dell’orso – Recensione – Un Film di Marco Segato

Ambientato negli anni Cinquanta, “La Pelle dell’Orso” segue la storia di Domenico e di suo padre Pietro che, per sbarcare il lunario, accetta una pericolosa scommessa con il suo datore di lavoro: uccidere l’orso che minaccia il piccolo paese nelle Dolomiti dove abitano. I due partono, e un chilometro dopo l’altro la distanza che li separa, a livello umano più che geografico, si fa sempre più sottile.

Marco Segato, autore di documentari e regista teatrale formatosi all’Università di Padova, debutta al lungometraggio con una pellicola leggiadra, intrisa di saggezza, umiltà e consigli morali. Ci troviamo nel secondo dopoguerra, in un villaggio ai piedi delle Alpi venete dove, tra l’allevamento, il lavoro e le feste locali, la vita scorre in maniera alquanto serena. Ben presto, però, la quiete viene messa a dura prova dal ritorno in zona di un orso di grandi dimensioni, noto a tutti come “Il Diavolo”, per via della sua astuzia e natura aggressiva. A cercare di combatterlo ci penserà il protagonista della pellicola, Pietro Sieff, un vedovo ubriacone che scommette con il suo capocantiere di essere in grado di consegnarli la pelle dell’animale. Non appena Domenico, il figlio con il quale ha sempre avuto un rapporto turbolento, viene a sapere della sua iniziativa, decide di seguirlo a tutti i costi.

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A fare da sfondo a questa pellicola ci sono le silenti montagne delle dolomiti, tanto suggestive quanto terrificanti. Lo sa benissimo Pietro che, dopo aver partecipato alla Seconda Guerra Mondiale ed aver perso la sua amata moglie, si è lasciato andare con l’alcool, perdendo il suo equilibro morale e crescendo in maniera difficoltosa Domenico. Quest’ultimo, soprannominato “bocia”, è un ragazzino timido e introverso, fortemente ancorato ai valori familiari e desideroso di riconciliarsi con il padre, oltre a voler crescere ed affrontare la realtà a muso duro. Tra lenti pellegrinaggi, notti al freddo e soste con personaggi solitari, Domenico intraprende un percorso formativo che lo porta a stretto contatto con la difficoltà del mondo adulto, qui personificata dall’entità mostruosa ovvero l’orso. Si tratta di una riscoperta del rapporto padre-figlio, di una pellicola che utilizza la lotta contro la natura come acuta metafora per narrare il percorso di crescita di Domenico.

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“La Pelle dell’orso” non è un capolavoro della cinematografia ma si configura, in ogni caso, come un film solido e che riesce nel suo intento comunicativo. La saggezza popolare secondo cui non bisogna mai vendere la pelle dell’orso prima di averlo ucciso, calza qui a pennello. Un film sottile, avventuroso, introspettivo, che trascina lo spettatore all’interno del suo vortice ma non gli rivela tutto perché è considerato, a tutti gli effetti, uno straniero. Se possiamo fare un ardito paragone, un “Into the wild” in salsa veneta.

Regia: Marco Segato Con: Marco Paolini, Leonardo Mason, Lucia Mascino, Paolo Pierobon, Maria Paiato Anno: 2016 Durata: 92 Min Paese: Italia Distribuzione: Parthénos
Ambientato negli anni Cinquanta, "La Pelle dell'Orso" segue la storia di Domenico e di suo padre Pietro che, per sbarcare il lunario, accetta una pericolosa scommessa con il suo datore di lavoro: uccidere l'orso che minaccia il piccolo paese nelle Dolomiti dove abitano. I due partono, e un chilometro dopo l'altro la distanza che li separa, a livello umano più che geografico, si fa sempre più sottile. Marco Segato, autore di documentari e regista teatrale formatosi all'Università di Padova, debutta al lungometraggio con una pellicola leggiadra, intrisa di saggezza, umiltà e consigli morali. Ci troviamo nel secondo dopoguerra, in un…
Commento Finale - 75%

75%

La Pelle dell'orso è una pellicola che riesce nel difficile compito di portale sulla scena due creature diametralmente opposte, un orso e un essere umano, utilizzandole come espediente retorico per un fine comunicativo più alto. Il sapiente uso della fotografia ed una sceneggiatura solida rendono questo film un'ottima trasposizione del romanzo.

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