Home / CINEMA / La Pazza Gioia abbiamo incontrato il cast della nuova commedia di Paolo Virzì

La Pazza Gioia abbiamo incontrato il cast della nuova commedia di Paolo Virzì

Nella cornice del multisala Adriano si è tenuta stamattina la conferenza stampa del nuovo film di Paolo Virzì, La Pazza Gioia, con protagoniste Micaela Ramazzotti e Valeria Bruni Tedeschi alle prese con un tema delicato e insolito come la follia, vista dal lato dei pazienti psichiatrici. La pellicola verrà presentata in anteprima mondiale durante il prossimo Festival di Cannes, nella sezione Quinzaine des Realisateurs insieme ad altri autori italiani, come Marco Bellocchio, alle prese con la sua ultima fatica cinematografica. Dopo il passaggio a Cannes, La Pazza Gioia- prodotto anche da Leone Film Group e Rai Cinema– verrà distribuito in tutta Italia in circa 400 copie dalla 01 Distribution.

Durante la presentazione alla stampa, il regista- insieme alle due attrici- e alla co- sceneggiatrice d’eccezione Francesca Archibugi hanno risposto alle varie domande alle quali sono stati sottoposti.

La-pazza-gioia-paolo-virzi-conferenza-stampa-photo-call-testa

La prima riguarda proprio l’ispirazione del film: da dove nasce l’idea di una pellicola sulla malattia mentale?

Secondo Virzì la psicopatologia, come tema, corre- e ri-corre- sottile dietro ogni storia raccontata, dalla narrativa alla cinematografia. L’idea che lo ha suggestionato è scaturita, casualmente, da una scena “avvistata” durante le riprese del suo precedente film, Il Capitale Umano: quando ha notato, sullo stesso set, ai bordi di un’inquadratura che stava girando, la moglie Micaela mano nella mano con la Bruni Tedeschi che la scortava sul set, facendole strada, allora ha avuto una prima idea; successivamente, durante le riprese per un finale alternativo del film e che vedevano protagonista proprio quest’ultima, ha intravisto in fieri i tratti del personaggio interpretato dall’attrice nella nuova commedia. Ha poi chiesto una mano, in fase di scrittura, alla Archibugi- che aveva già collaborato, non accreditata, alla sceneggiatura di Tutta la vita davanti– facilitata dalla scelta già avanzata delle due attrici nei panni- rispettivamente- di Donatella e Beatrice.

E proprio loro, come hanno affrontato due ruoli così complessi?

La Tedeschi, confessa, appena ha letto la sceneggiatura l’ha considerata subito raramente in bilico tra la chiarezza e la complessità, regalandole un personaggio sospeso tra la Blanche DuBois di Un Tram che si Chiama Desiderio e la Cate Blanchett di Blue Jasmine: temeva, proprio per tale ragione, che nonostante fosse scritto perfettamente fosse proprio lei a non essere all’altezza delle aspettative. Per tale ragione ha letteralmente “mandato in vacanza il suo Super- Io” per perdere il controllo, disinserire il freno a mano e lasciarsi andare, decostruendo piuttosto il personaggio.

Secondo la Ramazzotti invece La Pazza Gioia, oltre ad essere il titolo del film, è una allegoria di un’euforia irragionevole, di una “cura benefica” che le due donne si concedono reciprocamente, cercando disperatamente un contatto che non hanno proprio a livello biologico, venendo entrambe da due mondi diversi, distanti e distinti tra loro, scevri di qualunque punto di contatto. Il suo personaggio, Donatella, proviene da una realtà di umiliazione e privazione: tutto questo è reso grazie ad una scrittura “bella, potente e gigante”, che spinge semplicemente a lavorare sodo. Prima di approcciarsi all’argomento hanno studiato e verificato, osservando le condizioni sociali delle strutture psichiatriche offerte dai territori regionali; poi, con il marito Virzì, hanno lavorato sull’estetica di Donatella, a partire da un suggestivo bozzetto stile Egon Schiele di una donna magra, muscolosa, tesa. A chi ha visto delle somiglianze tra questa pellicola e La Prima cosa Bella, Virzì risponde che il suo intento è quello di creare, nei suoi film, una sorta di topografia dai contorni specifici, dove ogni luogo ritorna precisamente e di continuo, delineando i contorni di una specifica geografia; il tono della pellicola è realistico, pur oscillando tra la commedia avventurosa e il trip psichedelico: in fondo, le due protagoniste sono due malate psichiatriche in fuga e in crisi d’astinenza, normale che in certi momenti la realtà si sia piegata alle loro percezioni alterate. C’è anche un tono fiabesco, che serve a sfumare ulteriormente il già labile confine tra realtà e sogno, immaginazione, utopia.

La-pazza-gioia-paolo-virzi-conferenza-stampa-photo-call-centro

Sul set, oltre agli attori, c’erano anche delle vere pazienti psichiatriche, che hanno ispirato e sostenuto il lavoro di tutta la troupe, grazie proprio alla loro mancanza di filtri ed ipocrisie nell’approccio diretto alle emozioni, schietto ed estremo. “Bisogna aver paura di chi ha paura della pazzia”, commento concordi i presenti.

Guarda tutti gli scatti del Photo Call

Il film è anche- e soprattutto- un racconto al femminile: una storia di “sorellanza” come non se ne vedono spesso nel cinema (soprattutto italiano). Pur non essendosi ispirati al cult di Ridley Scott Thelma e Louise, la Archibugi e Virzì affermano che delle suggestioni, tra i due film, in effetti ci sono: sia per quanto riguarda alcuni look delle due protagoniste italiane (merito delle scelte della costumista), che nella scelta tematica, nell’idea che ha spinto il direttore stesso della Quinzaine a definirlo come un “Thelma e Louise nel mondo dei lunatici”; altre fonti palesi d’ispirazione sono stati il film di Milos Forman Qualcuno volò sul nido del cuculo e il già citato Un Tram che si chiama desiderio. Virzì si è definito da sempre molto attratto dal mondo femminile e dalla sua psicologia: adora i film “al femminile” di Woody Allen e la qualità di dialogo- e scrittura- di quei personaggi; per tale motivo- pur non dividendo la scrittura in base al gender– rimane sempre attratto dalle scritture cinematografiche con protagoniste donne sbagliate, confuse, pronte a sbagliare, non solo eroine da romanzo d’appendice. L’aspetto più importante del film è la relazione, il concetto di legame e durata nella costruzione del rapporto tra queste due donne (un altro archetipo della scrittura, come il passaggio da un rapporto di “odio” ad uno di “amore”) e l’importanza che assumono l’una per l’altra, loro che sono sole al mondo e contro tutti, incapaci di collocarsi socialmente e di trovare, definitivamente, il loro posto nel mondo. Trovare un equilibrio tra dramma e commedia, risata e lacrime è stata la sfida più grande, sia a livello di scrittura che sul piano della recitazione: le due attrici si sono conosciute in modo approfondito solo sul set, senza però sforzarsi di far ridere. Per un attore la sfida più grande è trovare la “musica” giusta per rendere al meglio questo tono tragicomico. Il vero problema, spesso, era annidato nel ritmo e nella velocità: sbagliare uno dei due voleva dire “morire di malinconia”, rallentare, far perdere quella magia che è situata proprio lì, nel territorio oscuro tra genio e follia.

About Ludovica Ottaviani

Ex bambina prodigio come Shirley Temple, col tempo si è guastata con la crescita e ha perso i boccoli biondi, sostituiti dall'immancabile pixie/ bob alternativo castano rossiccio. Classe 1991, da più di una decina d’anni si diverte a scrivere e ad imbrattare sudate carte. Si infiltra nel mondo della stampa online nel 2011, cominciando a fare ciò che ama di più: parlare di cinema e assistere ai buffet delle anteprime. Passa senza sosta dal cinema, al teatro, alla narrativa. Logorroica, cinica ed ironica, continuerà a fare danni, almeno finché non si ritirerà su uno sperduto atollo della Florida a pescare aragoste, bere rum e fumare sigari come Hemingway, magari in compagnia di Tom Hiddleston, Michael Fassbender e Jake Gyllenhaal.

Guarda anche

altro-ferragosto-recensione-film-copertina

Un Altro Ferragosto – Tornano le ferie d’Agosto di Virzì – Recensione

Un Altro Ferragosto – Recensione del film di Paolo Virzì con Sabrina Ferilli, Christian De …

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.