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iZombie – Recensione della seconda stagione

iZombie tenta di rinnovarsi ma il tentativo va a buon fine solo per metà

Giovedì 12 aprile 2016 con un doppio episodio si è conclusa la seconda stagione di iZombie, la serie soprannaturale in onda sul canale della CW. Nella prima stagione l’idea che la protagonista fosse una zombie, costretta a nutrirsi di cervelli per sopravvivere, non aveva mai pesato più di tanto. Il vero elemento originale su cui avevano fatto leva gli autori era il fatto che Liv assumeva il carattere e la personalità del cervello di cui si era nutrita. Quest’aspetto, esasperato nella seconda stagione, è sempre stata la parte comica della serie, rendendo Liv un personaggio quasi grottesco e dinamico che indossa una maschera, ognuna delle quali rappresenta uno stereotipo americano. Nella prima stagione quindi la sfida di Liv era con se stessa, in un continuo tentativo di nascondere la nuova identità, lottando per far prevalere in ogni caso il suo vero io. E poi ovviamente c’era Blaine.

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E adesso? La seconda stagione è più concreta e meno psicologica. Il nemico è vero, in carne ed ossa, ed è l’autore della festa in barca finita in tragedia, evento durante il quale Liv viene graffiata e trasformata in zombie. Blaine non è più un rivale diretto della protagonista, alle prese con il capo della malavita di Seattle per il predominio. Ravi continua a cercare una cura, facendo alcuni progressi, mentre Major cede ad un ricatto, costretto quindi a fare piazza pulita di tutti gli zombie che la Max Rager, amministrata da Vaughn Du Clark (Steven Weber), ha creato.

iZombie però non riesce a preservare la freschezza e l’originalità della prima stagione. Vengono accentuati la repentinità dei cambiamenti di personalità di Liv ma per il resto non c’è nulla che segni un distacco. Perfino il rimpiazzo di Major nella vita sentimentale di Liv, Drake, non riesce a suscitare le stesse emozioni di cui era stato invece capace Lowell. La trama principale non presenta poi effettivi colpi di scena entusiasmanti ma tenta maldestramente di destreggiarsi tra genere investigativo e soprannaturale, senza risultare pienamente convincente. Il vero colpo di scena che rimescola le carte (ormai usate fin troppo) è nel finale di stagione che getta una vera luce di novità, portando con sé anche tanti interrogativi allettanti. Blaine (David Anders) rimane un personaggio ambiguo e per questo davvero interessante, in continuo bilico tra l’essere un alleato e l’essere un pericoloso avversario. Il triangolo che si viene a formare poi tra Peyton, Blaine e Ravi oltre ad essere geniale manda in frantumi le certezze dello spettatore sulla vita sentimentale degli amici di Liv.

Il punto di forza della serie comunque è sempre lo stesso: riuscire a mescolare generi diversi (a volte completamente opposti), alternando comicità a momenti di riflessione o di azione. iZombie si presenta come una serie leggera e frizzante; anche se in questa seconda stagione aveva perso molto del suo brio, le premesse della terza stagione sono tutt’altro che deludenti. La minaccia zombie per Seattle è solo all’inizio.

E’ stata confermata dalla CW la terza stagione, di cui devono ancora iniziare le riprese.

iZombie tenta di rinnovarsi ma il tentativo va a buon fine solo per metà Giovedì 12 aprile 2016 con un doppio episodio si è conclusa la seconda stagione di iZombie, la serie soprannaturale in onda sul canale della CW. Nella prima stagione l'idea che la protagonista fosse una zombie, costretta a nutrirsi di cervelli per sopravvivere, non aveva mai pesato più di tanto. Il vero elemento originale su cui avevano fatto leva gli autori era il fatto che Liv assumeva il carattere e la personalità del cervello di cui si era nutrita. Quest’aspetto, esasperato nella seconda stagione, è sempre stata…
Commento Finale - 70%

70%

La seconda di iZombie non riesce pienamente nel suo tentativo di rinnovamento, perdendo un po' della sua freschezza. Rimane comunque una serie leggera, che tenta di unire in un mix esplosivo generi tra loro diversi.

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About Edoardo Fasano

Studente di matematica e appassionato di serie tv. Continua a sperare che i suoi personaggi preferiti non muoiano, invano. Ascolta un po' di tutto, vede un po' di tutto.

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