Reduce dal Toronto Film Festival e dalle Giornate degli Autori di Venezia 73, arriva al cinema Indivisibili, la storia di due gemelle siamesi, unite sul fianco, costrette a vivere secondo i dettami della famiglia e in base al modo in cui, il mondo che le circonda, le guarda. Una storia di ricerca, di crescita e di separazione.
A due anni di distanza dal precedente Perez, Edoardo De Angelis abbandona le tinte noir per dedicarsi a un dramma familiare intenso e originale in Inseparabili, presentato alle Giornate degli Autori di Venezia 73, che vede il debutto sul grande schermo delle sorelle gemelle Angela e Marianna Fontana. Siamo sulla riva destra del Volturno, simulacro straziato di una bellezza passata, ed è qui che Viola e Daisy (come Violet e Daisy Hilton le gemelle siamesi del classico horror Freaks di Tom Browning), due gemelle siamesi attaccate in un fianco fin dalla nascita, sognano una vita normale, di scappare dal degrado del mondo che le circonda e dalla vita che gli altri hanno già stabilito che vivessero.
Una spiaggia, pezzi di statue sacre abbandonate, un falò e due prostitute che ritornando alle loro case ci mostrano una salopette di jeans doppia appesa ad un filo in cortile. La macchina si muove e ci porta in una stanza: un letto matrimoniale, foto appese alle pareti, madonne e santini sui comodini e due ragazze attaccate che dormono: Daisy e Viola, le gemelle siamesi protagoniste di questa storia. Edoardo De Angelis apre così Indivisibili, trascinandoci sin da subito nel mondo che le gemelle vivono, nella loro quotidianità, nella loro intimità e in una vita vissuta in simbiosi.
Degradati, prettamente partenopei e particolarmente surreali, anche se ben caratterizzati in ogni dettaglio e molto teatrali, sono i luoghi che fanno da sfondo alla vicenda, ma De Angelis li addolcisce di un’atmosfera favolistica abbastanza vista nel suo cinema, che si fa veramente drammatica solamente sul finire della pellicola. La storia di Indivisibili è una storia di ricerca di identità, di crescita e di formazione, in un contesto particolarmente difficile. Se da una parte c’è il radicamento forte ad una terra ed alle sue tradizioni, dall’altra c’è un’insolita vita vissuta sempre in due; se ci sono primissimi (doppi) piani, a fare da controparte si trovano puntualmente gli ampi spazi verso un’immaginaria terra promessa; se si fa leva su sentimenti universalmente riconosciuti, si fa anche riferimento ad un’iconografia religiosa che guarda al misticismo. Il regista sembra evidenziare la doppiezza di ogni elemento che messi insieme creano un discorso filmico di una coerenza ed un interesse molto elevato.
Bella e potente la sceneggiatura di Barbara Petronio e Nicola Guaglianone (sceneggiatore anche di Lo chiamavano Jeeg Robot), il modo in cui, poi, la fotografia, graffiante e suggestiva, e il montaggio sanno valorizzare il tutto, così come le musiche di Avitabile, rendono il film di un alto livello qualitativo senza rinunciare all’intrattenimento, che ha più chiavi di lettura ma che ha il coraggio di pigiare sull’acceleratore dell’emotività. L’unione forzata delle due ragazze serve al regista per ragionare in maniera metaforica sul valore del sacrificio e della sofferenza: in un’Italia dilaniata dalla povertà e da una società che sembra aver smarrito qualsiasi guida morale, privarsi di chi ci sta accanto per provare a trovare la propria strada presuppone un’abbondante dose di coraggio e di determinazione, qualità che le due gemelle dimostreranno di possedere. Indivisibili è una favola immersa nel reale che emoziona e appassiona analizzando in modo nuovo una serie di conflitti da sempre esistenti come bello e brutto, canonico e diverso, con un finale di speranza per chi con sacrificio prova ad uscire dalla gabbia in cui è stato imprigionato.
Mix equilibrato tra esoterismo, magia, favola e neomelodicità appartenenti ad un territorio come quello campano, Indivisibili ci accompagna nella possibilità del cambiamento e della separazione conquistate con il dolore, attraverso la purezza di queste due gemelle che lottano e soffrono pur di ottenere il proprio affrancamento e la propria libertà. Un film poetico, bello da vedere e da guardare, intenso per l’interpretazione delle due sorelle Angela e Marianna Fontana, avvolgente nella regia di Edoardo De Angelis e arricchito dalle musiche di Enzo Avitabile.
Commento finale - 75%
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Indivisibili
Una spiaggia, pezzi di statue sacre abbandonate, un falò e due prostitute che ritornando alle loro case ci portano nella stanza di Daisy e Viola le due gemelle siamesi protagoniste di questa storia. Edoardo De Angelis apre cos' Indivisibili, suo terzo film, trascinandoci sin da subuto nel mondo che le gemelle vivono, nella loro quotidianità, nella loro intimità e in una vita vissuta in simbiosi. De Angelis con grande maestria riesce a creare un mix tra esoterismo, magia, neomelodicità appartenenti ad un territorio come quello campano, un luogo in degrado si, ma con la possibilità di cambiare come le due gemelle che lottano e soffrono pur di ottenere il proprio affrancamento e la propria libertà. Un film poetico, bello da vedere e da guardare, intenso per l'interpretazione delle due sorelle Angela e Marianna Fontana, avvolgente nella regia e arricchito dalle musiche di Enzo Avitabile.