Rebecca Miller firma una delle commedie più apprezzate nei festival nell’ultimo anno con: “Il piano di Maggie – A cosa servono gli uomini”. Trasposizione del libro di Karen Rinaldi, ha come protagonista la nuova dea della commedia indie/sentimentale, Greta Gerwig, affiancata da Ethan Hawke e da una splendida Julianne Moore.
Maggie è una giovanissima insegnante della New School in quel di New York. Per dare una svolta definitiva alla sua vita, decide di diventare madre attraverso l’inseminazione artificiale. Proprio quando sembra essersi convinta del passo da fare incontra John, uomo affascinante e intelligente, del quale prevedibilmente si innamora. Seguono così interminabili intrighi, macchinazioni erudite da parte della protagonista, che fa di tutto per proseguire la sua vita esattamente come era stata programmata in principio.
L’atmosfera della pellicola è deliziosamente hipster, perfettamente in linea con la corrente indie che ha rubato la scena negli ultimi anni. Ripercorre tutte le caratteristiche delle commedie da “Sundance“, dall’ambientazione Newyorkese, ai personaggi intellettuali ma simpatici, ai dialoghi complicati tuttavia allo stesso tempo semplici ed esilaranti. Più che a New York, sembra di trovarci in un paesino di montagna costantemente innevato, dove gli unici abitanti sono scrittori e insegnanti, protagonisti della scena letteraria del momento. Tutti gli ambienti sono confortevoli, lo spettatore è coccolato e divertito allo stesso tempo.
La scelta del cast de “Il piano di Maggie“ è sicuramente uno dei punti forti della pellicola, dalla protagonista Greta Gerwig, alla quale ormai è associato questo genere di film, a Ethan Hawke, affascinante e fluido nella sua interpretazione. Julianne Moore è una perfetta antagonista, opposta anche nell’aspetto alla protagonista, interprete di una folle vamp nordica, dallo sguardo gelido ma dal cuore tenero. I personaggi sono tutti tecnicamente intellettuali ed incredibilmente intelligenti ciò nonostante sembra che tutto quello che facciano sia mirato a smentire questa solenne facciata. I tre sono legati da una profonda ingenuità, la quale rende assolutamente impossibile non provare un immediata simpatia nei loro confronti. Non solo i protagonisti sono perfetti sia sulla carta che sullo schermo ma si distinguono anche i personaggi secondari, dal possibile padre alla nevrotica coppia di amici.
La trama de “Il piano di Maggie” di se è semplice sebbene interessante, ha diversi punti di svolta, risultando leggera e godibile. Lo sviluppo è lineare, la tessitura è intricata e lascia allo spettatore molto su cui riflettere. Il piano di Maggie in se è semplice ma è con la sua risoluzione che si vengono a toccare temi interessanti. Analizzando i fatti si possono ricavare intuizioni sulla natura del destino o l’intervento umano su di esso, addirittura si può pensare ad una riflessione sul libero arbitrio. Sebbene dall’esterno sembri una commedia ingenua e divertente, i significati profondi non mancano, anche se ben camuffati in dialoghi ben scritti e di elegante umorismo.
“Il piano di Maggie – a cosa servono gli uomini” è la commedia perfetta per gli amanti dell’indie. Brillante, veloce e tenera, Rebecca Miller riesce a realizzare un’ottima sceneggiatura, mantenendo un’atmosfera deliziosa. Un connubio perfetto tra “Frances Ha“ e “Io e Annie“.
Commento Finale - 80%
80%
Temi semplici e umorismo sottile per la nuova pellicola con Greta Gerwig. Siamo nella New York di scrittori e insegnanti della New School, catapultati nella vita della protagonista e nei suoi ingenui intrighi. Le atmosfere sono deliziose, le interpretazioni una migliore dell'altra e la sceneggiatura è solida nella sua semplicità. La regista si muove perfettamente nella scena indie con una commedia romantica piacevole e intelligente che ben si adatta alle tendenze indipendenti degli ultimi anni.