Il 19 Ottobre esce al cinema “I babysitter”, esordio alla regia di Giovanni Bognetti, già da anni scrittore per la Colorado Films. Remake dell’omonimo francese, presenta un cast di enorme popolarità che parte da Francesco Mandelli a Paolo Ruffini, passando per i Panpers fino alla partecipazione di Diego Abatantuono.
Andrea, imbranato e timido, deve fare da babysitter al figlio del suo capo, il celebre e ricco Porini. Il piccolo Remo è fin da subito ostile al povero protagonista, e come se non bastasse Andrea, senza volerlo, si ritrova i suoi migliori amici davanti alla sontuosa porta di casa del suo capo, pronti a dare una folle festa. Gli eventi ovviamente precipitano e il protagonista, accompagnato da una dolce quanto sfuggente fanciulla, dal suo cugino pazzo e dal piccolo Remo, ne vedrà di tutti i colori.
Date le premesse, il cast e l’apparato produttivo, ci si aspetta un film volgare, vuoto e inutile. Certo, “I babysitter” non è un’opera intellettuale ma sarebbe potuto essere decisamente peggio. La volgarità non manca, le parolacce nemmeno e, come insegna l’eredità Vanziniana, non ci si lascia sfuggire nemmeno lo spogliarello ostentatamente provocatorio. Il messaggio però è qualcosa che in un certo senso gli scrittori si ripropongono di mandare, c’è una morale, anche se labile e ben nascosta, e il personaggio di Remo, insieme a quello interpretato da Abatantuono, si salvano. I due sembrano infatti gli unici ai quali sia dato uno spessore morale, un senso, e sono interpretati discretamente.
Detto questo, non ci sono altri aspetti positivi che possano redimere “I Babysitter”. Le battute sono pigre, spesso e volentieri neanche gli attori stessi ridono, se non forzatamente. Sembrano tutti consapevoli del materiale non esaltante al quale si approcciano, rendendo poco convincenti delle interpretazioni di per se poco convinte. Il found footage poi è un metodo meschino per non impegnarsi nelle riprese: Porini e la moglie tornando a casa e trovando devastazione e polizia, cominciano a guardare il filmato in una videocamera misteriosa, che documenta la folle nottata. Certo, era obbligato dal suo predecessore francese, nel quale viene usato allo stesso modo ma le riprese sono particolarmente brutte e sciatte.
“I babysitter” è un prodotto dozzinale, con pochi aspetti positivi ma che sicuramente non faticherà a trovare un posto al box office. Le risate (non quelle pensate, quanto quelle d’istinto) sono assicurate, e per chi si accontenta di un po’ di divertimento al cinema, questo è sicuramente un film che può intrattenere senza troppa fatica. I suoi spetti positivi potevano forse anche salvarlo, se solo ci fosse stato più impegno ed originalità. Ogni buon proposito è seppellito dall’interpretazione agghiacciante di Facchinetti che da sola fa colare a picco il livello intellettuale e morale.